Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Tacopina: «Venezia, avanti con Vecchi e nuovo stadio»
VENEZIA Il momento è quello giusto per far sentire la voce del padrone. Forte, autorevole, chiara. Joe Tacopina parla a cuore aperto: stadio, squadra, Vecchi, l’inizio di stagione complesso e pieno di ostacoli del suo Venezia, la voglia di andare avanti e di non mollare dopo tre anni di successi entusiasmanti. E, se mai ci fosse qualche dubbio, il numero uno arancioneroverde lo spazza via.
Tacopina, che atmosfera c’è attorno al Venezia dopo questo inizio di stagione?
«L’atmosfera è migliore rispetto al passato. La personalità di Vecchi e Angeloni è positiva, sono brave persone. Le parole di Marsura, che ha difeso il nostro allenatore, sono significative: abbiamo uno stile, un gioco e una mentalità migliore rispetto a due anni fa. L’anno scorso eravamo più conservativi».
Cosa risponde a chi sostiene che Vecchi sia troppo morbido?
«Che non l’hanno sentito fra primo e secondo tempo nella partita contro il Benevento. Quando è necessario sa alzare la voce, i muri tremavano: è una persona con cui ci si può approcciare, si può discutere e si può parlare».
Preoccupato per questa partenza?
«I nostri risultati in questo momento per me non significano nulla: odio perdere, ma c’è stato un grosso rinnovamento e per cambiare mentalità ci vuole tempo».
Si aspettava le sconfitte contro Padova e Benevento?
«Non siamo più una sorpresa. In D e in C abbiamo battuto tutti, in Serie B l’anno scorso abbiamo raggiunto la semifinale playoff, nel giro di qualche settimana ogni pezzo andrà al posto giusto».
Appena 2.200 spettatori all’esordio contro lo Spezia. E lei la prese male. Ora che succede col nuovo stadio?
«Non ero arrabbiato, ero più che altro dispiaciuto. Penso che nessuno possa mettere in dubbio quello che abbiamo fatto, abbiamo presentato uno studio di fattibilità per il nuovo stadio, mi aspetto che i tifosi ci restituiscano quello che abbiamo dato. Abbiamo fatto cose in questi tre anni che nessuno ha fatto prima, per me lo stadio vuoto alla prima partita è stato uno schiaffo in faccia. Sono convinto che il problema maggiore sia il “Penzo”, ma il nuovo stadio si farà e permetterà di vivere un’esperienza totale, non solo il giorno della partita».
Il «Penzo» è l’unico motivo per spiegare il calo di pubblico e di abbonati?
«Non abbiamo una risposta univoca e concreta. Il “Penzo” non ha coperture, è lontano, è scomodo, è difficile da raggiungere. Ma i tempi non sono tanto diversi da quando ero a Roma, dove per raggiungere lo stadio ci voleva minimo un’ora e mezza. Anche nel New Jersey ci si mette un’ora e mezza, come a Torino e a Milano. Quando vedo, però, che il Padova fa 5.000 abbonati e noi neanche 2.000 è logico che non possa essere felice. Noi siamo Venezia».
Inzaghi a Bologna non se la passa troppo bene...
«Non m’interessa. Penso solo alla Serie B e al Lecce. Mi aspetto che sabato arrivino i tre punti».