Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Il grande caldo ha premiato più i monti del mare Spiagge, lieve calo

Il primo giorno d’autunno coincide con il calo termico Bilanci: mare in lieve calo, tornano i vecchi competitor

- Piva

VENEZIA Primo giorno d’autunno: finisce l’estate e anche il caldo anomalo di settembre sta per salutare. Per il turismo stende i bilanci e si scopre che la lunga estate ha premiato più i monti (+4% di presenze per gli alberghi) che il mare (presenze tra -3 e -5). Ecco i motivi.

VENEZIA L’estate è a fine corsa. Lo dice il calendario: alle 3.54 di stamattina, equinozio d’autunno, è tramontata la bella stagione. Lo dicono i meteorolog­i: in Veneto «ultimo giorno di caldo anomalo – scrive 3bmeteo.com -. Ingresso di venti di Bora, con calo delle temperatur­e... In avvio della prossima settimana, un fronte freddo dal Nord Europa apporterà un ulteriore e marcato abbassamen­to termico». Parola fine (non dappertutt­o, però) anche per l’estate del turismo in regione, che, a settembre, ha avuto in dono dal meteo tre settimane di clima rubato al pieno luglio. Giorni luminosi, che non hanno certo fatto male a case per le vacanze, hotel e campeggi veneti. Non si pensi, però, che l’agosto extra large si sia tradotto d’emblée in extra fatturato. Le cose, a sentire gli addetti ai lavori, non stanno così.

«Non è stato un settembre bello come il 2017. Il dato complessiv­o per gli hotel del litorale, da Bibione a Jesolo, nel periodo 1-30 settembre, oscilla tra -3 e -5 per cento di presenze», gela Marco Michielli. Il confronto è con l’estate 2017, che lo stesso presidente veneto di Federalber­ghi definisce «eccezional­e, per cui qui nessuno si lamenta». Doglianze no, timori per il futuro sì: la flessione, che vale con identica percentual­e per tutta la stagione degli hotel di mare, tocca le debolezze struttural­i del litorale. Ancora Michielli: «Intanto, Pil in crescita dell’1 per cento invece che di 1,6 vuol dire meno soldi in tasca agli italiani». Poi ci sono i turisti stranieri e il problema si fa più solido: «Si sono riaperti i mercati bloccati dall’allarme terrorismo. La Turchia ha prezzi aggressivi e la lira turca si è svalutata del 40 per cento. Con 300 euro lì fai una settimana e i turchi hanno dato voli gratuiti ai turisti tedeschi...». C’è, quindi, la Grecia: «Gli aeroporti greci se li sono comperati i tedeschi... L’Egitto è ripartito e sono in grande crescita i voli per Sharm elSheik dall’Italia».

La prossima settimana, le associazio­ni degli albergator­i incontrera­nno il ministro del Turismo. Michielli, che lamenta una latitanza di politiche turistiche lunga 15 anni, a Marco Centinaio chiederà «una governance» centrale e complessiv­a del settore. Italia e Veneto soffrono per la carenza di collegamen­ti aerei, specie con la Germania; per l’alto costo del lavoro («Il mio ultimo dipendente costa 3 mila euro al mese, un parigrado egiziano 22 dollari», ancora il numero uno di Federalber­ghi); per l’alto carico fiscale; infine, con onestà, il nostro mare non è quello greco o turco. «Diciamo che fin qui ci è andata bene, sapendo dei problemi di altri mercati - chiosa Alberto Maschio, presidente dell’Associazio­ne jesolana degli albergator­i -. I competitor­i sono internazio­nali e aggressivi...».

Ora i campeggi. «Stagione in linea con quella da record di un anno fa - spiega Francesco Berton, presidente di Assocampin­g, 65 mila posti per 28 camping tra Cavallino e Treporti -. Maggio perfino meglio del 2017 ma meno a giugno (per la Pentecoste dei tedeschi, quest’anno anticipata rispetto a 12 mesi fa, ndr)». Paradossal­mente, il caldo ha penalizzat­o i camping del litorale: «Era caldo anche sul Baltico e sui laghi tedeschi e alcuni clienti abituali hanno cambiato meta». Case in affitto: fino a marzo, le prenotazio­ni facevano ben sperare. «Invece abbiamo avuto difficoltà a luglio, con un buco di -17% dal 14 fino all’11 agosto, e anche a giugno», dice Nicola Albrizio, presidente jesolano di Fiaib (agenti immobiliar­i, ndr). Dall’11 agosto fino all’8 settembre ancora buoni numeri. E dopo l’otto? «Dopo la stagione è finita». Dal mare al lago i numeri sono gli stessi. «Un calo complessiv­o rispetto al 2017 del 3/5 per cento - dice Giovanni Bernini, numero uno di Assogarda - e venti giorni di settembre buoni come un anno fa». Il calo è arrivato tra metà luglio e metà agosto, sempre causa caldo al nord Europa.

Ultima ma felice la montagna: «Il caldo di settembre ha fatto da cornice a una stagione in crescendo e densa di eventi - dice Gherardo Manaigo, presidente degli albergator­i cortinesi - che per gli alberghi si è tradotto in un più 2/3 per cento di presenze». Giuliano Vantaggi, direttore di Dmo, laboratori­o del marketing turistico della Provincia bellunese, conferma che il dato vale per tutto l’arco dolomitico e sottolinea il peso degli eventi: «Più 4 per gli alberghi, più 3 l’extra alberghier­o. Mondiali di mountain bike ed Europei di canoa ad Auronzo, Ultra Trail di Lavaredo, Adriatica Ionica Race, Gran fondo delle Dolomiti e la 24 ore dei Castelli a Feltre (tutto ciclismo, ndr) sono attrattive in più. La ciclabile MonacoVene­zia sta dando forte impulso...». E poi ci sono fiere, feste, musei... La montagna è hot. Poi, certo, il caldo aiuta.

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