Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Cento palloncini bianchi per Cristiano

L’addio al tredicenne ucciso dal muletto. Mamma: «Nanni, vorrei venire in paradiso»

- Costa

VENEZIA«Se si potesse comprare un biglietto per il paradiso lo prenderei subito, solo per rivedere un’altra volta quel tuo sorriso capace di cambiare la mia giornata». Tanti singhiozzi, lacrime ma anche tanti ricordi belli di Cristiano Lucchini, il tredicenne morto travolto da un muletto. Sono stati funerali strazianti quelli di ieri, affollati da familiari, amici, compagni di classe. L’ultimo saluto è stato affidato a 100 palloncini e un enorme orso bianco di peluche.

VENEZIA «Se si potesse comprare un biglietto per il paradiso lo prenderei subito, solo per rivedere un’altra volta quel tuo sorriso capace di cambiare in un istante la mia giornata. Mi manchi, mi manchi già tantissimo, Cristiano». La voce rotta dal pianto, i singhiozzi che dal microfono del pulpito riempivano la navata, contagiosi come il dolore. Ieri mattina, nella piccola chiesa di San Nicolò dei Mendicoli, centinaia di persone, gli occhi lucidi, i visi sofferenti, per l’ultimo saluto a Cristiano Lucchini, il ragazzino di 13 anni che domenica scorsa è rimasto ucciso sotto un muletto elevatore, all’interno del cantiere edile in cui si era intrufolat­o assieme ad un amico. «Nanni», come lo chiama la mamma Roberta, non era uno scavezzaco­llo, anzi: «Non cadiamo nell’errore di leggere tutta la vita di Cristiano attraverso le circostanz­e della sua scomparsa – ha sottolinea­to don Paolo Bellio durante l’omelia non era un ragazzo spericolat­o, era solo un 13enne, vivace come è giusto che siano i giovani della sua età. Ma la sua vera caratteris­tica era la gentilezza, il suo continuo scommetter­e sulla bontà degli altri. Domenica ti ho incrociato in Marittima: mi hai chiamato con un colpo di fischietto, era una novità. Oggi continuo a sentire quel fischio, mi tormenta: se avessi saputo dove stavi andando avrei fatto di tutto per farti tornare indietro». Don Paolo conosceva bene Cristiano, quel ragazzino che aveva deciso di farsi battezzare dopo essersi avvicinato alla parrocchia, dopo la gita ad Assisi, dopo le esperienze con gli amici del patronato. La sua scelta già aveva scaldato il cuore della nonna Lella, che per anni ha cresciuto Cristiano: «Il giorno in cui me l’hai detto è stato uno dei più felici della mia vita – ha raccontato la nonna nella lettera, letta sull’altare dalla zia di Cristiano – D’altronde eri tu che mi davi la forza di andare avanti, ogni giorno. Eri un bambino affettuoso e “coccolone”, i tuoi baci e i tuoi abbracci erano per tutti e mancherann­o a tante persone».

A cominciare dalle stesse colleghe della nonna, che ieri hanno voluto ricordare quel ragazzino dagli occhi vivaci che spesso faceva loro compagnia durante le giornate di lavoro: «Quando Lella ti portava con sé, i tuoi scherzi e le tue risate illuminava­no tutto l’ufficio. Eri un bambino davvero speciale». Quando la bara smaltata di bianco è uscita dalla chiesa è stata accompagna­ta dal volo di cento palloncini, scappati verso l’alto, quasi a seguire lo sguardo di Cristiano nella foto scelta dalla famiglia, un’immagine che lo ritraeva durante una scalata, teso verso il prossimo passo, verso la prossima avventura.

Per l’ultimo saluto, amici e parenti hanno affollato le rive e il ponte del rio delle Terese, in silenzio mentre la barca sfilava verso il cimitero, accompagna­ta da palloncini e un enorme orso bianco di peluche. Prima, però, è toccato ai compagni di classe ricordare Cristiano: «Sapevi sempre farci ridere, come quando ti nascondevi durante l’appello in aula, solo per saltare fuori all’ultimo momento lasciando di sasso il professore». Anche loro hanno condiviso l’amarezza di non aver saputo evitare la tragedia: «Se avessi saputo dove stavano andando Cristiano e Andrea domenica avrei detto loro di farsi un giro in laguna, invece – ha sussurrato un amico dal pulpito – D’ora in avanti, ogni volta che per noia o per stupidità mi verrà l’impulso di compiere qualche sciocchezz­a ripenserò a te, Cristiano, mi fermerò e piuttosto salirò in barca».

 ?? (foto Vision) ?? Lacrime e ricordi Il lancio dei palloncini fuori della chiesa e la folla con gli occhi verso il cielo mentre salivano. In alto a destra la mamma Roberta sorretta mentre accompagna la bara
(foto Vision) Lacrime e ricordi Il lancio dei palloncini fuori della chiesa e la folla con gli occhi verso il cielo mentre salivano. In alto a destra la mamma Roberta sorretta mentre accompagna la bara
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