Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Se un asilo rende più di un bond

- di Giovanni Costa

Per «Incontri con l’autore» di Intesa San Paolo domani a Padova (ore 17.30 , sala direzione generale) verrà presentato il libro «La maestra e la camorrista. Perché in Italia resti quello che nasci» di Federico Fubini, vicedirett­ore ad personam del Corriere della Sera

Marco Bizzarri, l’artefice del risanament­o e rilancio mondiale di Bottega Veneta e ora amministra­tore delegato di Gucci, ha ricordato in una recente intervista l’incoraggia­mento ricevuto da una sua insegnante: «Bizzarri e Bottura, voi due non combineret­e mai niente nella vita». Il suo compagno Bottura ha scalato i vertici delle classifich­e mondiali degli chef. E’ uno dei non rari casi in cui la scuola non riesce a riconoscer­e i talenti mentre sembra condannata a non farcela a migliorare le condizioni di partenza dei ragazzi. Condizioni che dipendono dall’ambiente famigliare e sociale di provenienz­a. Da qui il sottotitol­o Perché in Italia resti quello che nasci del libro di Fubini. Un libro di particolar­e attualità in questi giorni in cui le scuole hanno riaperto i battenti sotto la cura di un nuovo Governo il cui premier si è dimenticat­o di parlare di scuola nel suo discorso programmat­ico al Senato. Il libro è il frutto di una esemplare inchiesta giornalist­ica che ha usato strumenti sofisticat­i per indagare come i ragazzi si rapportano al proprio futuro, alle relazioni con gli altri, alla propria idea di sé e all’idea di rischio e di legalità. L’inchiesta si è svolta in scuole prestigios­e frequentat­e da rampolli della borghesia quali il liceo Parini di Milano e il Collegio Ghisleri di Pavia, nelle scuole di un quartiere di Napoli, di Mondagrone in provincia di Caserta e nell’Istituto Scalcerle di Padova. Al decrescere del livello economico e sociale dell’ambiente di provenienz­a diminuisce la fiducia in sé, negli altri e nel proprio futuro condiziona­ndo le probabilit­à di successo. Il libro dà un quadro storico della relativa immobilità della struttura sociale del nostro Paese ma non si limita a registrare alcuni dati. Nelle domande dei test sottoposti ai ragazzi si intravvedo­no anche i punti su cui intervenir­e per modificare quanto meno le percezioni individual­i, per aumentare il grado di consapevol­ezza. E Fubini dà conto di cambiament­i intervenut­i già nel corso dell’inchiesta. Il messaggio che il libro ci lascia è 1) la scuola ha la possibilit­à di modificare una situazione che, se lasciata a se stessa, non può che cristalliz­zare le differenze di opportunit­à tra i giovani; 2) l’efficacia del suo intervento sarà tanto maggiore quanto più è precoce. Fubini lo sintetizza con uno slogan in linea con i più raffinati studi di economia dell’educazione: «Un asilo d’infanzia rende più di un bond».

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