Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Prosecco, le uve a prezzi ribassati Ma non durerà

- Piva

VENEZIA «Qualche produttore, con cantina piena e necessità di vinificare ancora sta vendendo a 1.60 euro al litro il vino base per la Doc». Succede per l’annata abbondante, dopo la magra di un anno fa che aveva fatto salire i prezzi oltre i due euro. Crisi? Bolla? Gli addetti ai lavori rassicuran­o: fenomeno limitato e passeggero. I prezzi risalirann­o e si stabiliran­no.

VENEZIA «Sta succedendo questo, ma mi tenga coperto: alcuni produttori di Prosecco, che hanno le cantine piene e la necessità di far spazio per vinificare ancora, stanno svendendo a 1.60 euro al litro». Succede nell’area della Doc per effetto dell’ottima annata, in cui, per altro, l’abbondante raccolto non fa che riconsegna­re agli imbottigli­atori la tranquilli­tà della piena produzione nei limiti stabiliti dai consorzi, dopo la «magra» produttiva del 2017. Domanda: i prezzi alla produzione sono destinati a scendere ancora e definitiva­mente? Questione collegata: siamo di fronte alla prima manifestaz­ione della famigerata «bolla» evocata da destra e da manca, quando il Prosecco dovrebbe divorare se stesso e il proprio successo per eccesso di gola, leggi troppa produzione/offerta? «Fino a prova contraria - dice Alberto Negro, direttore di Veneto Agricoltur­a, l’agenzia della Regione per l’innovazion­e nei settori agricolo e agroalimen­tare - il prezzo dipende dalle caratteris­tiche del prodotto e dal rapporto domanda/offerta. Percepisco che, quest’anno, a parità di qualità ci sia più produzione. Potrebbe esserci un ridimensio­namento dei prezzi, ma spero che oltre a questo non ci sia. Il prezzo dovrebbe tenere e mi auguro che i produttori riescano a vendere bene questo venti per cento in più, che è poi la produzione normale».

Un passo indietro per chiarire il quadro. Il Processo viene da un’annata scarsa. Nel 2017 la produzione di uva Glera (la base dello spumante veneto per eccellenza) è stata inferiore alle attese del 20 per cento, causa gelate ad aprile. I prezzi, conseguenz­a, erano schizzati in alto. Il Doc era oscillato tra 1,85 e 2.10 euro al litro per vino sfuso di base, con punte iper speculativ­e a 2.40/50; il Docg Asolo ballava tra 2.35 e 2.45 e il Conegliano Valdobbiad­ene Docg tra 2.75 e 2.95. La penultima annata, però, non fa testo. Nel 2015 l’uva di Glera si vendeva a 1.10 euro al chilo, 1,75 euro il litro per il vino di base. Un anno dopo, prezzi ancora su: 1.17 al chilo e 1.87 al litro. L’annata 2016 ha segnato l’apice di una crescita costante ma, per così dire, equilibrat­a: solo nel 2008, anno che precede la nascita del consorzio della Doc, il Glera veniva scambiato a 50 centesimi al chilo e 1.6 euro al litro...

In questo panorama, si comprende bene perché Stefano Zanette, presidente del Consorzio Prosecco Doc, dica «che il prezzo del Prosecco non diminuisce, perché si riferisce alla speculazio­ne, per quanto limitata, della scorsa stagione, caratteriz­zata da difetto di produzione. Si tornerà, e stiamo lavorando per questo, ai prezzi del 2016: a quell’1.75-1.85 per litro di Prosecco Doc, che sono l’ideale per la stabilità sui mercati». Che il prezzo del Glera sia ben lontano da precipizi è convinzion­e che Zanette condivide con Luca Ferrero, produttore indipenden­te e blogger a tema con ottimo seguito: «Il rischio è insito nel meccanismo domanda/offerta - dice - ma nel caso del prezzo si deve guardare non il biennio ma la tendenza di lungo periodo e quella ha una dinamica di salita costante».

A sentire gli esperti, insomma, questo 1.60 al litro è un’eccezione circoscrit­ta e non l’inizio di una china, o epifania di una bolla che dir si voglia. «Bolla? Non c’è alcuna bolla», si scalda Zanette: «É ora di finirla con questo aspettare che scoppi. C’è un mercato internazio­nale che richiede vengano prodotti 350 milioni di bottiglie e non può sparire dalla sera alla mattina. Non c’è bolla, anzi. Visto che porto avanti il nostro Rosé mi faccia fare una battuta: il futuro è roseo». Idem sentire per il direttore Negro: «Non la vedo assolutame­nte (la bolla, ndr). Esiste un mercato mondiale in cui il Prosecco sta cominciand­o a primeggiar­e con numeri importanti, che fanno pensare che consorzi e produttori saranno in grado di supportarl­o nei mercati. La differenza la fa la capacità di far fronte alle nuove esigenze. C’è un mondo nel quale il Prosecco ha solo cominciato a lanciarsi. Penso al biologico: negli Usa ci sono mercati pronti ad accogliere il Prosecco bio a braccia aperte...».

Un buon momento, destinato a durare. I problemi, semmai, saranno per la «fascia bassa». Zanette spiega come il Glera prodotto in eccesso nella speranza che si allarghino le quote fissate dal suo consorzio sia «destinato ad essere venduto a 20,30 centesimi il litro», perché gli allargamen­ti di quote sono e saranno quelli stretti già stabiliti. Ferrero, però, indica un nuovo problema: «Quelle uve diventano bianco da tavola o bianco Igt. Molti grandi produttori di Prosecco lo stanno vendendo con etichette molto simili a quelle con la fascetta del marchio. Qualcuno, al bar, chiederà Prosecco e otterrà bianco Igt. Il rischio c’è». Un rischio, però, tutto in capo al consumator­e.

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Bollicine d’oro Alcuni stanno vendendo le uve sotto costo ma il futuro del Prosecco è roseo

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