Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Fuga degli amministratori verso la Lega richieste rinviate a dopo il congresso
Zebellin, Di Luzio e Castagnetta in corsa. Iscritti passati da 300 a 1.700
MESTRE La corsa al salto sul Carro(ccio) vincitore è partita con la rincorsa da settimane. A decine tra amministratori del centrodestra e civici stanno bussando alle porte del partito di Matteo Salvini ma non tutti ce la faranno. Uno su dieci, forse, la quota adeguata a rimpolpare le fila della classe politica della Lega. Ma se si dovessero accogliere tutti i nuovi arrivati, i militanti storici la prenderebbero come un’Opa ostile, un tentativo di scalzare la vecchia guardia dalle liste comunali. In scala, è po’ il ragionamento che Salvini fa con i migranti rispetto agli italiani ma in questo caso si tratta di migranti da altre partiti: Forza Italia, in qualche caso da Fdi e ex An, liste civiche. Un riposizionamento che guarda alle elezioni amministrative che nel 2019 interesseranno 15 comuni della provincia veneziana e, sopratutto, alle regionali e alle comunali di Venezia 2020. «Molti amministratori vogliono entrare in Lega col proposito di candidarsi ed essere eletti in consiglio comunale – conferma il deputato di Favaro Alex Bazzaro – Ma a quanto so, le richieste di diventare sostenitori non sono ancora state vagliate e accettate. Quel che è certo è che il partito in tre anni è cresciuto: siamo passati da 180 militanti e 300 iscritti a 328 militanti e 1.700 iscritti». «E negli ultimi quattro anni abbiamo assistito al suicidio politico della dirigenza di Forza Italia – dice un amministratore moderato della città metropolitana – Prima lo scandalo Mose, poi le candidature alle politiche che hanno premiato i soliti noti (o nuovi noti) e non chi si spende sul territorio. I congressi non li fanno. Risultato: di fatto Brugnaro a Venezia è diventato il capo di Forza Italia e il partito non esiste». Di qui, la fuga verso la Lega. Ma per adesioni last minute bisognerà attendere le indicazioni dal direttivo nazionale e, sopratutto, il congresso, che si terrà entro dicembre. Partita a tre, la corsa alla segreteria per la successione a Sergio Vallotto – eletto deputato – pare già ridotta a due e c’è il tentativo di arrivare al congresso di novembre-dicembre con una candidatura unitaria. L’attuale classe dirigente converge su Flavio Zebellin, 70 anni, vicesindaco di Fiesso D’Artico; della partita dovrebbe essere anche Antonio Di Luzio, 57 anni, già sindaco di Pianiga e candidato a Dolo mentre pare in stand by l’ipotesi di Salvatore Castagnetta, 58 anni, ex consigliere comunale di Pianiga e dal 2016 commissario straordinario dell’Esu nominato dalla giunta Zaia. A Di Luzio o Castagnetta potrebbero andare le simpatie dei leghisti che fanno riferimento al vicegovernatore Gianluca Forcolin ma l’ingerenza del Veneto Orientale non è ben vista nel partito veneziano. «Condividiamo l’idea che si debba arrivare al superamento delle due segreterie distinte – conviene Bazzaro - Ma per il momento sono due e quindi ognuno decide a casa sua». Il futuro segretario detterà anche le «regole» per l’ammissione dei nuovi iscritti in fuga dagli altri partiti, in modo da allargare la base della Lega, togliere acqua alle sigle concorrenti, rafforzare il personale politico ma senza deprimere le aspirazioni dei militanti da sempre. La soluzione potrebbero essere le civiche collegate al candidato sindaco nei comuni con più di 15mila abitanti.
Bazzaro Molti vogliono aderire al partito per entrare in lista