Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
In carcere il «terrore» di Marghera pena di 8 mesi per resistenza e violenza Bettin: estirpare chi gli dava sostegno
E’ sbarcato illegalmente in MESTRE Italia dieci anni fa e da allora si è stabilizzato a Marghera, diventando il terrore dei residenti. In tutti questi anni ha infatti collezionato una quarantina di fotosegnalamenti e diverse condanne per droga, rapina, furto, violenza a pubblico ufficiale, incendio e persino per violenza sessuale di gruppo nei confronti di una ventenne italiana, per la quale è già stato condannato. Martedì pomeriggio Sohbi Maiti, 30enne tunisino, è finalmente finito in carcere, dove ha già trascorso sei anni sui dieci passati in Italia. A firmare il provvedimento di esecuzione pena è stato il pm lagunare Paolo Fietta. Maiti rimarrà in cella per sette mesi e 28 giorni per scontare una pena per resistenza e violenza, reati commessi a Marghera lo scorso 28 gennaio. Gli agenti del commissariato, dopo averlo individuato in un bar di piazza Mercato, lo hanno portato in questura e hanno eseguito l’ordine di carcerazione emesso a suo carico. «Ripetutamente fermato anche in passato e destinatario di ordini di espulsione a cui non ha mai ottemperato, è sempre tornato a Marghera dove forse gode di qualche sostegno e complicità che andrebbero a loro volta estirpati – commenta Gianfranco Bettin, presidente della municipalità di Marghera, da tempo uno dei suoi più acerrimi “nemici” – La sua carcerazione fa sperare che questa volta venga tolto di mezzo più a lungo, in attesa che, confidiamo, si realizzino le condizioni affinché possa essere definitivamente rispedito da dove proviene». Maiti, infatti, era già stato allontanato. Il 17 aprile scorso era stato accompagnato al Cpr di Torino per essere espulso dall’Italia, ma l’11 agosto gli uomini del commissariato di Marghera lo avevano nuovamente sorpreso in via Fratelli bandiera. La Guardia di Finanza, dopo tutti gli accertamenti, lo aveva accompagnato al Cpt di Bari, ma il 30enne era riuscito nuovamente a scappare ed era tornato nella terraferma veneziana. «Siamo grati alla polizia e alla procura – conclude Bettin - che hanno provveduto all’arresto di Maiti, violento provocatore e seminatore di guai e di minacce e attacchi gratuiti ai danni di persone indifese». (e. bir.)