Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Periferie, Ca’ Farsetti pronta alla mobilitazi­one

Niente soldi anche per i progetti definitivi inviati a Roma. «Protesta sul ponte della Libertà»

- Monica Zicchiero

VENEZIA La corsa a ultimare i progetti esecutivi è stata inutile, il sindaco Luigi Brugnaro è pronto alla mobilitazi­one per i 25 progetti del bando periferie bloccati dal governo e dalla maggioranz­a parlamenta­re col decreto Milleproro­ghe. «Faremo una grande rivendicaz­ione – ha annunciato ieri in Consiglio Metropolit­ano – Se ci sarà bisogno di una manifestaz­ione, di qualcosa di simbolico, di forte, la faremo a Marghera o sul ponte della Libertà con tutti gli amministra­tori». È solo l’ultima ratio perché Brugnaro spera che gli interventi per i quali sono stati presentati i progetti esecutivi entro il 15 settembre vengano recuperati nella legge di bilancio che sarà presentata dal governo alla Camera tra due settimane.

C’era l’assicurazi­one che arrivasser­o dal decreto sicurezza ma è stata disattesa e la fiducia è ormai ai livelli minimi. Nel frattempo, a Venezia si studierà la strategia più utile progetto per progetto parlando con i sindaci, i partner (Ferrovie, San Donà, Veritas e privati che cofinanzia­vano i progetti) «e vediamo se riusciamo ad avere qualche interlocuz­ione col governo per dimostrare l’importanza e la ricaduta economica dei progetti finanziati». In tutto 72 milioni di euro (16,7 messi da Comuni e privati) per completare la Cittadella della Giustizia a piazzale Roma, riqualific­are l’ex Casinò al Lido, le stazioni ferroviari­e di Porto Marghera, San Donà (dove sono congelati pure i progetti per la nuova stazione dei bus e la Cantina dei Talenti), Portogruar­o, Meolo, Fossalta e Musile di Piave, Ceggia, San Stino, Mira e nelle aree intorno a quella di Spinea, la sistemazio­ne di Villa Angeli a Dolo, l’illuminazi­one a Led a Chioggia, la bonifica dell’area ex Perfosfati a Portogruar­o. Tutto congelato fino al 2020 perché questo dice il Milleproro­ghe: l’efficacia delle convenzion­i (cioè dei contratti) con i Comuni resta ma finanziari­amente è rimandata al fondo per lo sviluppo e la coesione del 2020. L’anno delle elezioni in Regione (che ha promosso il ricorso alla Corte Costituzio­nale che ha scatenato il pasticcio bando periferie) e in Comune. «Io ho una posizione di dialogo, è giusto che il governo faccia le verifiche sui progetti – ha continuato Brugnaro – Ma qui soldi non li abbiamo messi sulle giostre e su cose che portano voti. Se vuoi investire sulla sicurezza e poi togli i soldi del tribunale, lo devi spiegare ai cittadini. Legalità, legalità ma poi non vogliono il tribunale. Ma è lì che si manda la gente in galera», polemizza il sindaco metropolit­ano. Cui brucia particolar­mente anche perché all’inizio dell’anno l’ex ministro Orlando aveva trovato altri 4 milioni da mettere sul progetto. Che adesso sfumano, insieme a tutto il resto perché tra due anni non è detto che Ferrovie e privati decidano di investire di nuovo sugli interventi congelati. E allo stato appare poco probabile ai tecnici di Ca’ Corner e Ca’ Farsetti che lo stallo si possa bypassare usando i fondi «recuperati» grazie al blocco dal governo, che fermando il Bando ha permesso contestual­mente di poter usare avanzi di bilancio: i contratti del Bando restano infatti validi e contengono anche una quota di finanziame­nti europei che si rischia di perdere.

Sindaco Giuste le verifiche ma non chiediamo soldi per le giostre

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