Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Altolà di Brugnaro: la soluzione c’è già M5s: «Il Comitatone non vale nulla»
I pentastellati: anche 40 mila tonnellate potrebbero essere troppe. Appello delle sigle
VENEZIA «Su divieto di passaggio davanti a #SanMarco siamo d’accordo da tempo. In #Comitatone abbiamo trovato una soluzione condivisa: il percorso è Malamocco, Canale dei Petroli, arrivo a Marghera e in Marittima. Siamo un home-port e questo fa gola». Al tanto criticato post del ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli, che giovedì su Facebook ha annunciato che la Soprintendenza è pronta a inserire il vincolo storico-artistico sul canale della Giudecca per preservarlo dalle grandi navi da crociera, il sindaco Luigi Brugnaro risponde con un «cinguettio» e con parole dure dette nel corso del consiglio metropolitano a Ca’ Corner nei confronti di Danilo Toninelli: «Il ministro dei Traporti è in carica da 100 giorni e non si è mai degnato di farmi una telefonata per dire “scusa ma voi che progetti avete? poi decido io” - ha detto Brugnaro - Che non è detto perché la città è di tutti, non solo di quelli che fanno le manifestazioni. Siamo 800 mila cittadini». Proprio domani pomeriggio è infatti prevista la grande protesta No Nav. Ma il Movimento 5 Stelle locale alza le barricate in difesa dei suoi due ministri. «Nel Comitatone dello scorso 7 novembre non è stata presa alcuna decisione - dice Arianna Spessotto, deputata veneziana pentastellata - Nel verbale l’allora ministro Graziano Delrio ammette che non esiste nessuna delibera, ma si tratta di una informativa».
A Bonisoli («Il passaggio delle navi da crociera vicino, troppo vicino a monumenti di grande pregio storico e artistico, è uno dei temi che occorre, finalmente, affrontare per migliorare la tutela di Venezia») aveva subito risposto Toninelli: «Presto si aprirà un tavolo tecnico per capire come tutelare al meglio quello scrigno incredibile d’arte, storia e bellezza che è la laguna di Venezia». Ma se sull’allontanamento delle navi dal canale
della Giudecca sono tutti d’accordo da sei anni, dall’incidente della Costa Concordia, il problema sarebbe quello di porre il divieto ora che non c’è una soluzione alternativa. Ma d’altra parte lo stesso
M5s, con una nota congiunta dei consiglieri comunali, regionali e dei parlamentari, ribadisce il «no» ai «grattacieli del mare» in tutta la laguna, ma anche nei confronti del progetto Duferco di creare
uno scalo alla bocca di porto di Lido. «Le grandi navi sono incompatibili con la laguna di Venezia - scrivono - Spostare il terminal al Lido vorrebbe dire sottoporre la laguna al traffico di collegamento tra la bocca di porto e il cuore di Venezia, con un incremento insostenibile del moto ondoso». I pentastellati si oppongono inoltre allo scavo di nuovi canali e chiedono il rispetto del decreto Clini-Passera, che prevede un limite a 40 mila tonnellate. «Ma anche quelle potrebbero essere troppe, servono delle valutazioni tecniche».
Il presidente del Porto Pino Musolino era sbottato dopo l’uscita di Bonisoli, anche criticando
"Vincenzo Marinese Inaccettabile un vincolo culturale in contrasto con lo sviluppo del porto di tutto il Nordest
la modalità dell’annuncio su Facebook. «In una democrazia il dialogo interistituzionale è fondamentale», aveva commentato. Spessotto però va al contrattacco, sempre criticando la legittimità del Comitatone: «Musolino non è nemmeno autorizzato a proseguire con indagini sul Vittorio Emanuele o per allargare il bacino di evoluzione 3», continua. E proprio un appello per una nuova convocazione del Comitatone in cui affrontare il tema della portualità a Venezia arriva dai sindacati confederali. «Si devono trovare le strade per tenere insieme la compatibilità con il sistema industriale e il tessuto economico», dicono Cgil, Cisl e Uil. E anche il presidente di Confindustria Vincenzo Marinese non lesina le parole. «Il presidente Musolino ha ragione, siamo con lui - spiega - è inaccettabile che si ponga un vincolo culturale di fronte all’esigenza di sviluppare un porto che è la porta di ingresso e di uscita di tutto il Veneto e il Nordest. Non lasceremo che Porto Marghera muoia una seconda volta».