Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Centrale Enel le incognite sul piano di riordino
VENEZIA Sale la preoccupazione dei rappresentanti dei lavoratori della centrale Enel di Fusina. Ieri, in sala Canal Grande di Palazzo Ferro Fini, una delegazione della Federazione nazionale chimici dell’Unione generale del lavoro (Ugl) composta dal segretario regionale Sebastiano Costalonga, da quello del settore chimico Alberto Pietropoli, dal segretario provinciale Sergio Improta e dal responsabile regionale del settore energia Giulio Bozzato, ha incontrato l’assessore regionale Elena Donazzan e i rappresentanti dell’unità di crisi per esporre le proprie preoccupazioni di fronte al piano di riorganizzazione che Enel sta predisponendo a livello nazionale e alle ricadute che esso potrebbe avere sulla centrale di Fusina. «L’azienda ha annunciato razionalizzazioni e accorpamenti legati a nuovi equilibri di offerte tra mercato nazionale e mercato libero che pone interrogativi su numerosi posti di lavoro – spiega Pietropoli - A ciò si aggiungono le incognite relative ad alcune centrali operative del comparto produzione, tra cui quella di Fusina». Attualmente l’impianto veneziano occupa circa 200 lavoratori in maniera diretta, a cui se ne aggiungono altrettanti nell’indotto. «Il piano potrebbe mettere in discussione le reti che non rispettano i parametri dell’energia pulita – riprende Pietropoli - Le opzioni potrebbero essere due, o la centrale viene riconvertita per rispettare i parametri oppure viene abbandonata». A livello nazionale è già aperto un tavolo di confronto fra l’azienda e le parti sociali, mentre ieri l’assessore si sarebbe impegnata a organizzare un incontro con Enel «per affrontare il problema della centrale, del reale fabbisogno energetico e della tutela ambientale, ricordando che tra le attività svolte a Fusina esiste lo smaltimento dei rifiuti Css (il combustibile solido derivato dalla lavorazione dei rifiuti urbani non pericolosi, ndr) con trasformazione in energia pulita per conto di Veritas, oltre che alla salvaguardia dei posti di lavoro».