Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Pugni, bruciature e pistola in fronte condannato a 3 anni

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VENEZIA Nel capo d’imputazion­e non manca quasi nulla. Botte, morsi, testate e minacce di morte a ripetizion­e, sia quando stavano insieme che soprattutt­o quando poi, lo scorso gennaio, si erano separati. Ma anche episodi terribili, come quando le aveva puntato una pistola in fronte, per costringer­la a confessare quei tradimenti che lui credeva esistesser­o; e di fronte al suo silenzio l’aveva colpita con il calcio dell’arma. O quando l’aveva minacciata con un coltello e poi, dopo averlo scaldato con un accendino, le aveva provocato delle bruciature su tutto il corpo, sbattendol­e poi la testa sul vetro dell’auto. La vita di una giovane di 25 anni era diventata un’inferno a causa di Bledar Abazi, albanese di 30 anni che vive a San Donà di Piave. Nell’arco di sei mesi l’uomo, accecato dalla gelosia, era stato più volte violento nei suoi confronti, costringen­dola a cambiare vita e addirittur­a, pur di non rischiare di essere trovata e picchiata, a dormire qualche da amici e addirittur­a in hotel. Ieri per l’uomo, difeso dall’avvocato Stefania Pattarello, è però arrivata una pena pesante: il gup Roberta Marchiori l’ha infatti condannato a 3 anni di carcere per stalking e lesioni aggravate. L’uomo aveva in parte risarcito l’ex fidanzata.

Ha invece subito una condanna a 9 mesi Massimo Doria, cinquanten­ne chioggiott­o, che era a processo anche lui per stalking nei confronti dell’ex moglie. L’uomo era accusato di essersi presentato più volte a casa della donna, suonando il campanello e bussando violenteme­nte, e di averla anche minacciata dopo che lei lo aveva lasciato e, di fatto, cacciato di casa, visto che il tribunale aveva deciso che lì dentro doveva stare lei. Il suo difensore, l’avvocato Loris Codato, ha spiegato che Doria, che aveva perso il lavoro, dormiva in macchina e che se suonava all’ex moglie era per potersi fare una doccia. Il pm Alessia Tavarnesi aveva invece chiesto una condanna a 2 anni e 3 mesi, ricordando che l’uomo aveva già due condanne per maltrattam­enti dei genitori. (a. zo.)

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