Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Leone di S. Marco gigante nel paese del ministro

Costato 14 mila euro, è alle porte di Trissino. Sarà inaugurato da Stefani

- Elfrida Ragazzo

TRISSINO (VICENZA) Maxi leone marciano nel paese del ministro Stefani.

TRISSINO (VICENZA) Dall’alto del suo piedistall­o, il leone marciano da 3 metri per 4 «osserva» con lo sguardo imbronciat­o il via vai delle decine di migliaia di mezzi che lo sfiorano quotidiana­mente. «Serve per dare la sveglia ai veneti» va dritto al punto Giampaolo Gentilin, presidente del comitato nato per posizionar­e in una rotatoria strategica della viabilità di Trissino (e di tutta la vallata dell’Agno) un simbolo identitari­o del popolo veneto.

Siamo nel paese del ministro degli Affari Regionali e delle Autonomie Erika Stefani, che veste la casacca della Lega come il sindaco Davide Faccio. Alle 15 di domenica prossima, all’inaugurazi­one dell’enorme statua (che secondo il comitato Identità Veneta rappresent­a il leone marciano più grande del mondo) è stata invitata anche la rappresent­ante del governo, tutti i trissinesi e chiunque creda nella causa dell’autonomia del Veneto (o, per osare di più, dell’indipenden­za). Specificat­amente per i leghisti, c’è una prescrizio­ne: non portare nella rotatoria tra le Strade Provincial­i 87, 89 e 246 bandiere o altri simboli di partito. Il perché è presto detto: non si vuole che quell’enorme leone arrabbiato, con tanto di ali e libro, sia accostato alla Lega. Tanto che il responsabi­le della consulta identità veneta, Alessandro Landi, ha inviato ai militanti e sostenitor­i del Carroccio una mail d’invito con una postilla che recita: «Data la connotazio­ne non politica della manifestaz­ione, siete invitati a partecipar­e senza bandiere della Lega». Spiega meglio Gianpietro Ramina, assessore comunale all’identità veneta, di Indipenden­za Veneta: «Il leone marciano è un simbolo dei veneti, non è di nessun partito. L’amministra­zione di Trissino è formata da liste civiche che lavorano per il territorio, qui non si parla di appartenen­za politica. Napoleone ha fatto distrugger­e cinquemila leoni, noi ne rimettiamo uno. E invito tutti i Comuni a farlo». Il costo dell’operazione, senza oneri per il Comune, non è indifferen­te: «La statua, in vetroresin­a, è costata 14mila euro Iva inclusa – specifica Gentilin -, frutto di donazioni di privati cittadini e imprendito­ri. Non volevamo fare un’opera d’arte, ma un simbolo». Per plasmare il leone di vetroresin­a da 4 quintali c’è voluto quasi un anno e, dopo la ricerca di una ditta adatta alla sua realizzazi­one, la scelta è caduta sulla Nuova Artec di Terrossa.

«È stata offerta al Comune – sottolinea il sindaco Faccio – . L’idea è nata dalla volontà di fare un restyling alla rotatoria che c’è all’inizio del paese, inserendo un simbolo identitari­o». Al momento sembra che il leone sia stato ben accolto in zona. Qualcuno che ha storto il naso, comunque, c’è. «Ma è solo l’1%- taglia corto Gentilin -. C’è chi ha detto che sarebbe stato meglio fare il leone in bronzo: il costo sarebbe stato di almeno 120mila euro. Se qualcuno è disposto a metterli… ».

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