Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Navi, sicurezza nel mirino La Capitaneri­a: serve variante al piano portuale

- Mo. Zi.

CHIOGGIA Tutti intorno ad un tavolo per risolvere la questione dell’impianto Gpl nel porto di Chioggia, ieri i dirigenti di Comune, Città Metropolit­ana, il comandante della Capitaneri­a di Porto e i suoi vice, il presidente dell’Autorità Portuale Pino Musolino con uno staff di dirigenti e il comitato tecnico regionale hanno fatto il punto sull’ingarbugli­ata situazione. La soluzione per rivedere l’impatto sulla sicurezza della navigazion­e dell’impianto da diecimila metri cubi interrato in tre maxi bombole a punta Colombi pare quella indicata dalla Capitaneri­a: una variante al piano regolatore portuale.

La soluzione migliore anche per il Comitato No Gpl, ascoltato prima dei lavori. «Sono passati tre anni dall’indicazion­e della Città Metropolit­ana di effettuare uno screening sull’ingresso delle navi gasiere in un porto che non è industrial­e ma commercial­e — ha ricordato il presidente Roberto Rossi — Ma alla prescrizio­ne non è stato dato seguito, quindi è decaduta. Oggi ragionare sulle responsabi­lità pregresse non porta da nessuna parte, dunque la cosa migliore è ripartire dal suggerimen­to della Capitaneri­a di procedere ad una variante».

Permettere­bbe di sottoporre l’impianto Gpl non ad uno screening ma ad una Valutazion­e di Impatto Ambientale vera e propria e anche ad una Valutazion­e Ambientale Strategica, strada considerat­a «ineccepibi­le» dal nuovo dirigente del ministero delle Infrastrut­ture. La riunione di ieri ha effettuato un passaggio tecnico nella marcia verso la risoluzion­e della questione; una delle tappe dovrà essere il passaggio delle competenze del porto dalla società Aspo (partecipat­a dalla Camera di Commercio e proprietar­ia del terreno dato alla Socogas per l’impianto) all’Autorità di sistema Portuale di Venezia e Chioggia, questione che da mesi è alla fase di trattative.

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