Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Banche, 1,5 miliardi nella manovra
Fondo risparmiatori, l’annuncio di Bitonci: «Saranno spalmati nei prossimi tre anni»
VENEZIA Il balletto di cifre a margine dei lavori sulla manovra semina il panico tra gli ex azionisti e obbligazionisti, preoccupati dalle indiscrezioni secondo cui il fondo di ristoro per i truffati delle banche sarebbe se non azzerato, di molto inferiore alle cifre promesse dal Governo. Un caos a cui prova a mettere fine il sottosegretario all’Economia Massimo Bitonci: «Nella manovra ci saranno 1,5 miliardi spalmanti in tre anni. Ve lo prometto». E assicura che tra 15 giorni partiranno i primi rimborsi, secondo l’iter del Milleproroghe. Intanto le associazioni degli azionisti chiedono che i ristori salgano oltre quota 30%.
VENEZIA Che fine hanno fatto i soldi promessi dal Governo agli azionisti e agli obbligazionisti di Veneto Banca e Popolare di Vicenza? La domanda, che per alcune ore ha agitato i sonni dei risparmiatori traditi (dagli istituti di credito di sicuro, dall’Esecutivo legastellato si temeva), è nata dalla girandola di numeri avvitatasi in questi giorni attorno alla manovra. Nel comunicato diramato da Palazzo Chigi lunedì sera, dopo il Consiglio dei ministri, era infatti confermato lo stanziamento di 1,5 miliardi «per risarcire tutte le vittime delle crisi bancarie», cifra che però non risultava nel Documento Economico Finanziario spedito al parlamento, dove anzi gli stanziamenti alla voce «Fondo risparmiatori» precipitano a 25 milioni per il 2018 (sono i soldi del decreto Baretta), e zerovirgola-zero per gli anni 2019, 2020 e 2021. E ancora: martedì l’Huffington Post diffonde stralci del Documento Programmatico di Bilancio spedito dal Governo a Bruxelles secondo cui il «ristoro ai risparmiatori» sarebbe di zero-virgola-zero euro per il 2019 e di 360 milioni l’anno nel 2020 e nel 2021, quadro sostanzialmente confermato dalla Stampa, ma con un altro giro di valzer sulle cifre: tra 0 e 85 milioni per il 2019, 377 milioni nel 2020 e 389 milioni nel 2021. In ogni caso, una somma sideralmente lontana dal miliardo e mezzo promesso dal Governo.
E quindi? Il sottosegretario all’Economia Massimo Bitonci prova a calmare le acque: «Lo sto ripetendo a tutti, da giorni: non vi fidate delle indiscrezioni, attendete la legge di Bilancio, lì troverete tutte le misure nero su bianco, cifra per cifra, e solo quelle faranno testo». Ma il Documento Programmatico di Bilancio inviato a Bruxelles non è attendibile? «No spiega il sottosegretario della Lega - si tratta di un documento generico, spedito in Europa con le cifre di massima. Chiedo ai risparmiatori di fidarsi di me: in questi 100 giorni da sottosegretario tutto quel che ho promesso poi si è avverato». E a riprova della buona volontà, spiega che lunedì, all’apertura dell’assemblea della Consob, annuncerà l’avvio «entro 15 giorni» del pagamento dei primi 500 azionisti, quelli riconosciuti meritevoli dall’arbitro secondo l’iter indicato dal Milleproroghe. Quindi, nel pomeriggio, Bitonci ha meglio circostanziato insieme al collega del M5S Alessio Villarosa: «Il disegno di legge di bilancio stanzia per il Fondo di ristoro dei risparmiatori 525 milioni di euro all’anno per tre anni, dal 2019-2021, per un totale di oltre 1,5 miliardi di euro. Le tabelle riportate nel Dpb (il documento mandato all’Ue, ndr.) indicano invece gli effetti delle previste erogazioni di cassa, tenuto conto dei tempi tecnici per l’istruttoria delle richieste e il completamento delle procedure».
Una spiegazione, arrivata nel pomeriggio, che ha calmato le associazioni, già sul chi vive di fronte al balletto delle cifre. Situazione discussa dal cartello delle associazioni che avevano già sostenuto lo scorso anno la nascita del fondo nella prima versione del governo Gentiloni, in una riunione l’altro ieri a Vicenza. Ne era uscita una lettera, partita ieri mattina, a Bitonci e al collega dei Cinque Stelle Alessio Villarosa, per chiedere chiarimenti sui numeri inviati a Bruxelles rispetto al miliardo e mezzo promesso nell’incontro a Roma del 4 ottobre e all’indicazione che lo schema del rimborso al 30% fino a centomila euro è solo un acconto. «Oltre a reiterare la richiesta di vedere la bozza dello specifico Collegato banche al Def che si discute dopodomani, che ci era stata promessa e non è ancora arrivata - spiega da Udine Barbara Puschiasis, di Consumatori attivi impegnati sul fronte Bpvi - chiediamo e coerenza con quanto promesso».
Il clima resta teso, fino al pomeriggio. «Il sottosegretario Bitonci ha fatto chiarezza: bene così - sostiene Fulvio Cavallari dell’Adusbef -. Ma a quel punto ripetiamo la richiesta che la percentuale di ristoro salga oltre il 30%». Punto su cui spinge in particolare il Codacons. «Bene il chiarimento sulle cifre - sostiene Franco Conte -. Ma con la conferma dei 1.500 milioni, che devono venire dai conti dormienti già a disposizione, chiediamo che la cifra sia per intero a disposizione già nel 2019, visto che la legge Tremonti che li metteva a disposizione li destinava a questo specifico fine. Ma chiediamo anche, a questo punto, che il 30% di risarcimento per il danno ingiusto salga subito al 100% fino a 40 mila euro. Verrebbe sanata subito la situazione di 120 mila risparmiatori». Ora l’attesa è sul test di dopodomani, quando con l’approdo del Collegato banche in parlamento si avrà un ulteriore aggiornamento della corrispondenza tra promesse e quanto scritto nella Manovra.
Bitonci Tra 15 giorni si cominceranno a liquidare i 500 risparmiatori dell’arbitrato Consob