Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Dopo cinquant’anni ha chiuso l’osteria «Da Mariano»
Il titolare Toni Badesso: «Stiamo cercando qualcuno che capisca le grandi potenzialità di Mestre»
MESTRE Era lì da cinquantacinque anni, all’angolo tra via Spalti e via Cecchini, a due passi dal centro di Mestre, ha ospitato attori, politici e sindacalisti, tutti attratti dal buon vino e dai piatti cucinati come si faceva una volta ma con un tocco creativo e ora sta cercando nuovi titolari, appassionati come i suoi gestori storici. È l’osteria «Da Mariano», che dal lontano 1963 propone cicchetti tipici veneziani, primi e secondi della tradizione e che, dopo le vacanze estive, non ha più riaperto, tra lo stupore dei suoi molti e affezionati clienti che l’affollavano a pausa pranzo e di sera, per l’aperitivo e la cena. «Sarei in pensione da due mesi - spiega Antonio “Toni” Badesso, figlio di Mariano di cui l’osteria porta da sempre il nome - occuparsi di un locale richiede molta cura e tantissimo impegno, dopo tutti questi anni di lavoro, sono stanco e mi piacerebbe trovare qualcuno che prendesse il testimone». L’obiettivo della famiglia Badesso, dopo tre generazioni di osti, è vendere l’osteria a qualcuno che abbia la stessa loro passione, per il vino (Antonio è cuoco e sommelier) e soprattutto per la buona cucina. «Non è semplice trovare chi voglia fare questa vita, ma stiamo cercando continua il cuoco e sommelier - vorremmo che subentrasse un gestore che portasse avanti l’esperienza, che puntasse alla qualità, come abbiamo cercato di fare noi, purtroppo tutti vogliono andare a Venezia, non rendendosi conto delle enormi potenzialità di Mestre». L’espansione del turismo in terraferma, con i nuovi hotel alla stazione ferroviaria e il boom di b&b e locazioni turistiche, potrebbero dare cioè nuovo respiro alla ristorazione mestrina e riempire, senza troppe difficoltà, il ristorante. Da «Mariano» era un presidio Slow food, con attenzione ai vini e ai prodotti locali, a chilometro zero e da quando ha aperto i battenti negli anni Sessanta è sempre rimasto a conduzione familiare, con una clientela affezionata che arrivava ben oltre i confini cittadini. Quando Mariano, il primo oste di via Cecchini, si è ritirato ed è andato in pensione hanno preso le redini dell’osteria e continuato a lavorare in cucina e tra i tavoli i figli Antonio ed Emanuele con le rispettive mogli. «Mio padre era un barbiere, la passione per i vini l’ha portato prima ad aprire una fiaschetteria e quindi l’osteria», conclude Antonio. (g. b.)
La storia Nel locale hanno lavorato tre generazioni della stessa famiglia