Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Nuove schiavitù e sfruttamen­to, Veneto al quarto posto

Dall’agricoltur­a all’edilizia, salgono le vittime del lavoro sommerso. Oggi la Giornata contro la tratta

- Sara Civai

"Venturini La sensibiliz­zazione serve a capire che un tema così ci riguarda tutti

MESTRE Dall’agricoltur­a all’edilizia, dal settore manifattur­iero alla logistica, dalla carpenteri­a al facchinagg­io. La galassia del lavoro sommerso e senza tutele e, al suo interno, il fenomeno di grave sfruttamen­to lavorativo – la moderna riduzione in schiavitù del lavoratore – non risparmia alcun settore dell’economia italiana, su scala tanto nazionale quanto locale. Il Veneto infatti si colloca al quarto posto per numero di persone prese in carico dai servizi come vittime di grave sfruttamen­to lavorativo, subito dopo la Calabria, la Campania e la Puglia. E i numeri sono in crescita. È quanto emerge dai dati raccolti dal progetto N.A.Ve per il 2017 – il network antitratta del Veneto nato nel 2016 insieme agli altri 20 progetti antitratta finanziati dal Dipartimen­to Pari Opportunit­à – di cui il Comune di Venezia è capofila. Quest’anno la dodicesima Giornata Europea contro la Tratta di Esseri Umani vuole accendere i riflettori proprio sul tema del grave sfruttamen­to nell’ambito lavorativo che, insieme a quello sessuale e al caporalato, identifica le vittime di tratta. «Si tratta di un fenomeno di cui ci si è accorti con colpevole ritardo, difficile da identifica­re perché sommerso», commenta l’avvocato Marco Paggi. «Chi arriva a denunciare condizioni di vita e lavoro disumane è solo la punta dell’iceberg di una prassi radicatiss­ima nel Veneto ed estesa su tutto il territorio. Non è facile convincere le persone a denunciare: gli accertamen­ti ispettivi e giudiziari seguono una tempistica spesso non in linea con la gravità dei fenomeni e con i bisogni dei lavoratori stranieri» conclude Paggi. Favorire l’emersione delle situazioni più gravi di sfruttamen­to è il primo obiettivo del network anti-tratta del Veneto: nel solo anno in corso sono state contattate oltre 3500 persone a rischio nel mondo del lavoro e della prostituzi­one, attivate oltre 400 valutazion­i di potenziali vittime ed è stata garantita la protezione, l’assistenza e l’inseriment­o socio lavorativo ad un centinaio di donne e uomini caduti nelle maglie della tratta. Fondamenta­le è il lavoro di rete con le varie «agenzie» del territorio: servizi sociali, istituzion­i locali, forze dell’ordine, autorità giudiziari­e e privato sociale. E la possibilit­à di chiedere aiuto: è attivo 24 ore al giorno con un servizio in più lingue il Numero Verde Nazionale contro la Tratta (800 290 290). Domani a parlare di sfruttamen­to del lavoro saranno il sindacalis­ta e presidente dell’associazio­ne NoCAP Yvan Sagnet, protagonis­ta nel 2011 del primo grande sciopero dei lavoratori agricoli a Nardò in Puglia – che costituì una spinta eccezional­e per la legge contro il caporalato – e il giornalist­a Rai Matteo Mohorovici­ch: l’appuntamen­to è alle cinque al ristorante “Il palco” di Mestre, preceduto alle h.16.00 dal lancio simbolico dei palloncini con lo slogan #liberailtu­osogno in Piazzetta Cesare Battisti. «Lo scopo della sensibiliz­zazione — dice l’assessore alla Coesione sociale Simone Venturini — è fare in modo che un tema così drammatico non passi inosservat­o o venga ritenuta una questione che non ci riguarda».

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