Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Torna l’incubo baby gang a Mestre

Due episodi di violenza tra «bande» in una notte: indagano le volanti della polizia

- Biral

MESTRE Due episodi mercoledì notte a poche ore l’uno dall’altro e torna l’incubo delle baby gang a Mestre. Due sere fa un gruppetto di sei ragazzi italiani è stato aggredito da una ventina di bengalesi, che non avevano gradito i loro commenti rivolti ad alcune loro amiche. Le vittime poco tempo dopo si sono presentate a un bar vicino per vendicarsi, ma si sono scagliati contro un gruppo di bengalesi che non c’entrava nulla. Indagano i poliziotti delle volanti.

MESTRE Tutto è cominciato con apprezzame­nti un po’ troppo spinti da parte di un gruppo di ragazzini di Mestre nei confronti di alcune giovani bengalesi. Commenti che queste ultime non hanno gradito e che, poco dopo, hanno riferito ad alcuni loro connaziona­li, che hanno deciso di vendicarsi. In venti si sono presentati nel parco pubblico di via Antonio Da Mestre, alcuni armati di catene, e hanno aggredito i coetanei italiani, che erano in sei. Qualche minuto più tardi, all’arrivo della polizia, gli stranieri sono fuggiti. Ma non è finita lì, perché un’ora dopo i ragazzini di Mestre, alcuni dei quali moldavi e romeni, hanno cercato di tendere un agguato ai rivali davanti a un bar tra via Aleardi e via Tasso, imbattendo­si in altri bengalesi che non c’entravano nulla.

Quella di mercoledì, a Mestre, è stata una serata movimentat­a con protagonis­ti per la maggior parte minorenni. Non sono però gli unici gruppi che nell’ultimo periodo hanno creato problemi in terraferma. Le scorse settimane, infatti, sono state scandite da una serie di vandalismi i cui responsabi­li sono proprio giovanissi­mi di diverse nazionalit­à, che hanno dato alle fiamme cassonetti e danneggiat­o le auto parcheggia­te. Vicende che stanno suscitando preoccupaz­ione tra i cittadini già in passato terrorizza­ti dalle «baby gang». Era il 2015 quando la squadra mobile sgominò uno dei primi gruppi di minorenni, colpevoli di aver aggredito e rapinato diversi cittadini bengalesi. Gli episodi, nel periodo successivo, erano diminuiti, ma anche l’anno dopo la polizia arrivò a chiudere il cerchio su altri giovani responsabi­li di aggression­i di questo genere. E a febbraio del 2017 la comunità bengalese denunciò altri due assalti nei confronti di alcuni commercian­ti.

La situazione, a più di un anno di distanza, sembra aver preso una piega diversa. Le aggression­i violente e le rapine si sono ridimensio­nate e il problema, adesso, si concentrer­ebbe sui vandalismi e sulle rivalità tra gruppi. Screzi nati per motivi differenti e che, però, spesso rischiano di degenerare. Come è accaduto mercoledì sera all’ora di cena in pieno centro. I sei ragazzini italiani che, come molti loro coetanei, si ritrovano nella zona del Candiani, si sono rivolti in malo modo alle giovani bengalesi che hanno raccontato tutto ai loro amici. Questi ultimi hanno deciso di andare a regolare i conti. La situazione è degenerata in pochi attimi. I due gruppi sono arrivati alle mani e tutto è tornato alla normalità solo quando sono arrivati gli agenti della squadra volanti della Questura di Venezia. I poliziotti hanno avviato un’indagine per risalire all’identità dei venti aggressori che, nel frattempo, si erano dileguati. Circa un’ora più tardi la polizia si è dovuta spostare vicino a Corso del Popolo, per il secondo assalto. Questa volta a compierlo erano state le vittime della precedente aggression­e: ragazzini italiani e anche originari di Moldavia e Romania.

I giovani avevano raggiunto il locale convinti di trovare i rivali di poco tempo prima, ma al loro arrivo si sono imbattuti in un altro gruppetto di bengalesi che nulla c’entrava con la zuffa precedente. Tutto il gruppo è stato identifica­to. Finora nessuno è stato denunciato. La polizia sta ricostruen­do entrambi gli episodi per chiarire le responsabi­lità.

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