Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Patteggian­o i funzionari «Sconto» per chi pagò

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Uno non aveva potuto farlo prima perché non era ancora riuscito a versare gli ultimi 17 mila euro, dopo che già ne erano stati sequestrat­i 6500. Gli altri due avevano dovuto rivedere l’accordo con la procura in virtù di una diversa qualificaz­ione giuridica del fatto da parte del gip Roberta Marchiori. Ieri però sia Francesco Cotticelli che Elio Borrelli e Giuseppe Milone hanno chiuso i loro conti con la giustizia: tutti e tre erano stati arrestati nell’ambito della maxi-inchiesta sulle tangenti che alcuni imprendito­ri versavano ai dirigenti dell’Agenzia delle Entrate per ridurre le sanzioni fiscali. Borrelli e Milone era stati arrestati nel corso della «retata» del 16 giugno 2017: il primo, dirigente delle Entrate a Venezia, era accusato di aver ricevuto soldi o favori da tre soggetti; il secondo, che all’epoca era il direttore amministra­tivo del gruppo veronese Cattolica Assicurazi­oni, era accusato di corruzione. E proprio l’episodio Borrelli-Cattolica era stato interpreta­to dal giudice in maniera diversa rispetto ai pm Stefano Ancilotto e Stefano Buccini: il gip infatti ha contestato il reato di induzione indebita. Borrelli, difeso dagli avvocati Antonio Franchini e Loris Tosi, ha comunque patteggiat­o una pena di due anni (grazie anche all’attenuante della collaboraz­ione) e gli sono stati confiscati 67.500 euro; Milone, difeso da Tosi, ha invece ridotto la pena dall’anno e 6 mesi inizialmen­te concordato a un anno e 2 mesi, con la confisca di 20 mila euro. Due anni anche per Cotticelli, difeso dall’avvocato Gaio Tesser, che era stato arrestato lo scorso maggio anche grazie alla chiamata in correità da parte di Borrelli. (a. zo.)

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