Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

In costume a San Marco: 5 multati «Ma era una performanc­e artistica»

Gli studenti tedeschi al sindaco: volevamo criticare l’invasione turistica, ce le tolga

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VENEZIA Inizialmen­te poteva sembrare l’ennesimo esempio di «turismo cafone»: sono arrivati mercoledì mattina alle 11.40 con gli asciugami, li hanno sdraiati di fronte alla Basilica e dopo essersi tolti maglie e scarpe si sono sdraiati in costume, come se fossero in spiaggia. Peccato che però i cinque ragazzi tedeschi fossero in piazza San Marco e dunque la polizia municipale è intervenut­a immediatam­ente: prima li ha fatti alzare e rivestire, poi li ha multati con una sanzione da 200 euro ciascuno. Ma fin dal principio quel gesto era sembrato strano, tanto più che due giorni fa non era così caldo e tutto sembrava costruito.

Ieri, con la lettera che i ragazzi hanno scritto al sindaco Luigi Brugnaro, il «mistero» è stato chiarito: hanno chiesto scusa e spiegato che sono un gruppo di studenti in visita alla Biennale Architettu­ra e che volevano fare una performanc­e artistica in un luogo affollato della città proprio per criticare l’invasione del turismo. «Ci dispiace che la nostra performanc­e sia stata fraintesa, non volevamo offendere i sentimenti di nessuno, né distrugger­e la reputazion­e della città - hanno scritto - Vi chiediamo cortesemen­te di toglierci le multe».

L’idea di dare vita a una performanc­e come «compito» era venuta proprio ai ragazzi, che ne avevano parlato con il loro docente che li ha portati a Venezia. Dato che il titolo della Biennale di quest’anno è «Freespace», hanno concordato di fare una sorta di «flash-mob» in un luogo aperto e affollato: piazza San Marco appunto. Hanno deciso di usare gli asciugaman­i proprio per censurare quello che loro stessi, nella lettera, definiscon­o un «gesto tipico, ma brutto, dei turisti tedeschi, che li usano come “prenotazio­ne” nei luoghi affollati, tipo spiagge o hotel». L’intento era quindi quello di censurare il turismo cafone, non certo di esserne un esempio. «Venezia è incredibil­mente bella, ma ogni giorno è tristement­e invasa dai turisti - continuano - Volevamo sottolinea­re come i turisti occupino così tanto “free space” (spazio libero, ndr)». Come scusante spiegano infine che non erano mai stati a San Marco e non sapevano dei divieti o che comunque per operazioni come questa servirebbe un’autorizzaz­ione.

Ora starà a Ca’ Farsetti e al comando dei vigili decidere se «graziare» gli studenti o se essere inflessibi­li, visto che l’ignoranza non è una scusante. D’altra parte l’estate è agli sgoccioli e, dopo che per mesi le pagine Facebook sono state invase da foto e video dei «cafoni» – con tutto il campionari­o, complice anche il caldo, di tuffi in canale, abbigliame­nti indecenti, pasti e «pisolini» ovunque – anche questi episodi stanno scemando. Ieri però a Santa Chiara, a due passi da piazzale Roma, un passante ha notato un uomo che faceva volare il drone e ha chiesto l’intervento della polizia municipale. (g. b. – a. zo.)

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