Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

UN VOTO CHIAVE PER IL NORDEST

- Di Simone Casalini

C’è sempre una prima volta. E per il Trentino potrebbe cadere lunedì quando, esaurite le procedure elettorali e consumato lo spoglio, si saprà se l’unica provincia del Nordest non leghista – regione se si considera anche l’Alto Adige/Südtirol, normalment­e dominata dalla Südtiroler Volksparte­i (Svp) – sarà capitolata ai piedi di Matteo Salvini. Il vicepremie­r è stato uno dei primattori della campagna elettorale: anche ieri ha percorso il Trentino, da est a ovest, da nord a sud, mettendo sul piatto il feeling con l’opinione pubblica. Il suo attivismo non rientra nelle liturgie elettorali­stiche, ma indica piuttosto la cifra di quello che la Provincia autonoma vale in questo momento. Da un punto di vista storico, perché il centrodest­ra non ha mai governato a queste latitudini. Da un punto di vista simbolico, perché Trentino e Alto Adige/Südtirol (in quest’ultimo la Lega può scalzare il Pd come partner di governo della Svp) sono le autonomie speciali più evolute nel rapporto benefici economici/competenze acquisite dallo Stato e dunque un nuovo campo su cui misurarsi anche in vista delle esperienze che avanzano in Veneto e Lombardia. Da un punto di vista politico, perché la caduta di una storica roccaforte del centrosini­stra aprirebbe un successivo varco con direzione Emilia Romagna e Toscana, assegnando al test una valenza nazionale.

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