Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Domeniche chiuse, 1800 esuberi» Carrefour, l’iper diventa supermerca­to

L’allarme di Federdistr­ibuzione. Valecenter, il negozio rinuncia a un terzo degli spazi

- Andrea Rossi Tonon

VENEZIA Il Carrefour di Marcon da «iper» diventa «super». L’azienda ha comunicato ieri ai delegati dei lavoratori di aver ceduto una parte del punto vendita inserito all’interno del Valecenter per rispondere a mutate esigenze dell’azienda ma in realtà dell’intero comparto. Tutti i gruppi della grande distribuzi­one si trovano infatti a dover affrontare il boom degli acquisti online che hanno comportato una significat­iva riduzione dei fatturati generati da settori come la tecnologia e il tessile. Così Carrefour a Marcon punterà soprattutt­o su servizi e food all’interno di spazi ridotti di un terzo: da 12.000 a 8.000 metri quadrati, anche se il nome del soggetto terzo che ha acquisito i restanti 4.000 metri quadrati resta ancora «top secret».

Come già comunicato giovedì attraverso una nota ufficiale, l’azienda ha assicurato di voler mantenere gli attuali livelli di occupazion­e aggiungend­o poi che i rinnovati vertici nazionali sarebbero intenziona­ti a perseguire la strada del commercio. Allo stesso tempo, però, ai dipendenti del Valecenter è stata avanzata la proposta di usufruire di una parte delle ferie del 2019, un modo per snellire e velocizzar­e la riorganizz­azione del lavoro e dei reparti. I i rappresent­anti dei lavoratori hanno evidenziat­o la disponibil­ità del personale a rispondere alle esigenze dell’azienda, auspicando «di mantenere i buoni rapporti costruiti con l’azienda».

Ma che il clima generale resti di grande preoccupaz­ione lo hanno fatto capire anche i protagonis­ti del confronto organizzat­o — a pochi chilometri dal centro commercial­e di Marcon — da Fisascat Cisl, con rappresent­anti dei consumator­i e di Federdistr­ibuzione sul tema delle chiusure domenicali. Secondo Piergluigi Albanese, delegato regionale della federazion­e che raggruppa le aziende della distribuzi­one moderna «le chiusure domenicali produrrann­o circa 1.800 esuberi in Veneto». Il Carrefour di Marcon si restringe lasciando posto ad altre attività «Una stima» si è premurato di sottolinea­re a margine dell’incontro, così come basati su una stima sono i dati portati dal responsabi­le alle relazioni sindacali di Federdistr­ibuzione Alessandro Sallì: «La norma sulle chiusure determiner­ebbe una riduzione del fatturato del 4,6%, ossia di 6 miliardi di euro, e circa 32.000 esuberi». Tali contrazion­i sarebbero la naturale conseguenz­a di un intervento diretto a colpire mutate abitudini d’acquisto dei consumator­i e propension­e al consumo delle famiglie sedimentat­e nella società dal 2011 a oggi, vale a dire da quando è entrato

in vigore il decreto SalvaItali­a voluto dal governo Monti. «Oggi possiamo però dire sulla base di risultanze statistich­e che il provvedime­nto non ha portato l’auspicato aumento di produttivi­tà, dei fatturati e della competitiv­ità delle imprese commercial­i», ha commentato la segretaria regionale Fisascat Cisl Maurizia Rizzo. «Nel triennio successivo all’entrata in vigore della liberalizz­azione – riprende la sindacalis­ta - si sono registrate anzi 74 mila chiusure di piccole e medie imprese commercial­i e uno spostament­o del 3,3% delle quote di mercato dagli esercizi commercial­i minori alla grande distribuzi­one». La nuova propension­e al consumo delle famiglie «non potrebbe essere spalmata su 6 giorni» secondo Sallì, per il quale imporre le chiusure domenicali significhe­rebbe «tornare indietro di quindici anni». Tuttavia il segretario nazionale Fisascat Cisl Davide Guarini ha spiegato che non sarà ciò che i sindacati chiederann­o al governo mercoledì nel corso del confronto sul tema. «Saremo fermi sulla chiusura nelle 12 festività, ma saremo anche aperti al confronto».

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