Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Domeniche chiuse, 1800 esuberi» Carrefour, l’iper diventa supermercato
L’allarme di Federdistribuzione. Valecenter, il negozio rinuncia a un terzo degli spazi
VENEZIA Il Carrefour di Marcon da «iper» diventa «super». L’azienda ha comunicato ieri ai delegati dei lavoratori di aver ceduto una parte del punto vendita inserito all’interno del Valecenter per rispondere a mutate esigenze dell’azienda ma in realtà dell’intero comparto. Tutti i gruppi della grande distribuzione si trovano infatti a dover affrontare il boom degli acquisti online che hanno comportato una significativa riduzione dei fatturati generati da settori come la tecnologia e il tessile. Così Carrefour a Marcon punterà soprattutto su servizi e food all’interno di spazi ridotti di un terzo: da 12.000 a 8.000 metri quadrati, anche se il nome del soggetto terzo che ha acquisito i restanti 4.000 metri quadrati resta ancora «top secret».
Come già comunicato giovedì attraverso una nota ufficiale, l’azienda ha assicurato di voler mantenere gli attuali livelli di occupazione aggiungendo poi che i rinnovati vertici nazionali sarebbero intenzionati a perseguire la strada del commercio. Allo stesso tempo, però, ai dipendenti del Valecenter è stata avanzata la proposta di usufruire di una parte delle ferie del 2019, un modo per snellire e velocizzare la riorganizzazione del lavoro e dei reparti. I i rappresentanti dei lavoratori hanno evidenziato la disponibilità del personale a rispondere alle esigenze dell’azienda, auspicando «di mantenere i buoni rapporti costruiti con l’azienda».
Ma che il clima generale resti di grande preoccupazione lo hanno fatto capire anche i protagonisti del confronto organizzato — a pochi chilometri dal centro commerciale di Marcon — da Fisascat Cisl, con rappresentanti dei consumatori e di Federdistribuzione sul tema delle chiusure domenicali. Secondo Piergluigi Albanese, delegato regionale della federazione che raggruppa le aziende della distribuzione moderna «le chiusure domenicali produrranno circa 1.800 esuberi in Veneto». Il Carrefour di Marcon si restringe lasciando posto ad altre attività «Una stima» si è premurato di sottolineare a margine dell’incontro, così come basati su una stima sono i dati portati dal responsabile alle relazioni sindacali di Federdistribuzione Alessandro Sallì: «La norma sulle chiusure determinerebbe una riduzione del fatturato del 4,6%, ossia di 6 miliardi di euro, e circa 32.000 esuberi». Tali contrazioni sarebbero la naturale conseguenza di un intervento diretto a colpire mutate abitudini d’acquisto dei consumatori e propensione al consumo delle famiglie sedimentate nella società dal 2011 a oggi, vale a dire da quando è entrato
in vigore il decreto SalvaItalia voluto dal governo Monti. «Oggi possiamo però dire sulla base di risultanze statistiche che il provvedimento non ha portato l’auspicato aumento di produttività, dei fatturati e della competitività delle imprese commerciali», ha commentato la segretaria regionale Fisascat Cisl Maurizia Rizzo. «Nel triennio successivo all’entrata in vigore della liberalizzazione – riprende la sindacalista - si sono registrate anzi 74 mila chiusure di piccole e medie imprese commerciali e uno spostamento del 3,3% delle quote di mercato dagli esercizi commerciali minori alla grande distribuzione». La nuova propensione al consumo delle famiglie «non potrebbe essere spalmata su 6 giorni» secondo Sallì, per il quale imporre le chiusure domenicali significherebbe «tornare indietro di quindici anni». Tuttavia il segretario nazionale Fisascat Cisl Davide Guarini ha spiegato che non sarà ciò che i sindacati chiederanno al governo mercoledì nel corso del confronto sul tema. «Saremo fermi sulla chiusura nelle 12 festività, ma saremo anche aperti al confronto».