Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Anagrafe, i tempi ridotti e la protesta dei dipendenti
Corteo in Prefettura. A Mestre nuovi sportelli più efficienti. «Ma gli uffici sono vuoti, pratiche lunghe»
VENEZIA Uffici chiusi e dipendenti in campo, schierati dietro uno striscione che denuncia il taglio dei servizi da parte del Comune. Ieri, davanti alla Prefettura, i lavoratori delle anagrafi veneziane sono tornati a chiedere un ampliamento dell’organico, giudicato insufficiente per fare fronte alle tante richieste dei cittadini. «Se il sistema è ancora in piedi – dicevano i dipendenti – è solo perché rinunciamo alle pause pranzo, perché restiamo ore oltre il nostro turno».
Eppure i nuovi uffici, in via Palazzo, lavorano a pieno regime, arrivando a far scorrere anche duecento persone in una sola mattinata. Tra i tanti in fila con un numero in mano, moltissimi sono stranieri: martedì e giovedì ci sono le giornate del mediatore culturale. Il tabellone elettronico che smista i presenti suona quasi ogni minuto, grazie alla macchina di prenotazioni e moduli precompilati messa in piedi negli ultimi mesi da Ca’ Farsetti. E grazie agli otto sportelli sempre operativi, che assicurano un ritmo di smaltimento della coda impensabile solo un paio di mesi fa. Chi arriva all’orario concordato non aspetta più di dieci minuti. E anche chi è senza appuntamento riesce a fare in fretta: «Abbiamo preso il numero per prenotare un incontro, ci è bastato aspettare dieci minuti e anche noi eravamo nella fila giusta – spiegano madre e figlia, le carte ancora in mano – Se non siamo riuscite a fare tutto in mattinata è solo perché ci siamo dimenticate a casa un documento indispensabile». Ieri, in campo San Maurizio, i dipendenti raccontavano però una storia diversa: «Per arrivare ad otto sportelli attivi è stato svuotato il back office, che lavora alle pratiche dopo il contatto con il pubblico – spiega Michele Saya, Uil – Quindi è vero che il cittadino entra ed esce dagli uffici in meno di venti minuti, ma poi le sue carte possono impiegare mesi per essere compilate».
Per gli stranieri resta fondamentale l’appoggio della mediatrice culturale, al banco informazioni. Una delegazione di dipendenti è stata ascoltata dal prefetto «Il problema è che, anche se facciamo orario continuato, lei è qui solo fino alle 13», sospira l’addetto all’accettazione. In realtà la mediatrice non ha nessuna fretta di timbrare il cartellino e molto spesso si trattiene oltre l’orario per dare una mano: martedì, alle 13.30, non aveva ancora lasciato via Palazzo.
Ieri i rappresentanti sindacali sono stati ricevuti in prefettura. «Restiamo in attesa – dice Daniele Giordano, Fp Cgil – se nei prossimi giorni non ci saranno risposte intensificheremo la protesta».
Stranieri L’esperi,mento del mediatore culturale funziona bene