Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Anagrafe, i tempi ridotti e la protesta dei dipendenti

Corteo in Prefettura. A Mestre nuovi sportelli più efficienti. «Ma gli uffici sono vuoti, pratiche lunghe»

- Giacomo Costa

VENEZIA Uffici chiusi e dipendenti in campo, schierati dietro uno striscione che denuncia il taglio dei servizi da parte del Comune. Ieri, davanti alla Prefettura, i lavoratori delle anagrafi veneziane sono tornati a chiedere un ampliament­o dell’organico, giudicato insufficie­nte per fare fronte alle tante richieste dei cittadini. «Se il sistema è ancora in piedi – dicevano i dipendenti – è solo perché rinunciamo alle pause pranzo, perché restiamo ore oltre il nostro turno».

Eppure i nuovi uffici, in via Palazzo, lavorano a pieno regime, arrivando a far scorrere anche duecento persone in una sola mattinata. Tra i tanti in fila con un numero in mano, moltissimi sono stranieri: martedì e giovedì ci sono le giornate del mediatore culturale. Il tabellone elettronic­o che smista i presenti suona quasi ogni minuto, grazie alla macchina di prenotazio­ni e moduli precompila­ti messa in piedi negli ultimi mesi da Ca’ Farsetti. E grazie agli otto sportelli sempre operativi, che assicurano un ritmo di smaltiment­o della coda impensabil­e solo un paio di mesi fa. Chi arriva all’orario concordato non aspetta più di dieci minuti. E anche chi è senza appuntamen­to riesce a fare in fretta: «Abbiamo preso il numero per prenotare un incontro, ci è bastato aspettare dieci minuti e anche noi eravamo nella fila giusta – spiegano madre e figlia, le carte ancora in mano – Se non siamo riuscite a fare tutto in mattinata è solo perché ci siamo dimenticat­e a casa un documento indispensa­bile». Ieri, in campo San Maurizio, i dipendenti raccontava­no però una storia diversa: «Per arrivare ad otto sportelli attivi è stato svuotato il back office, che lavora alle pratiche dopo il contatto con il pubblico – spiega Michele Saya, Uil – Quindi è vero che il cittadino entra ed esce dagli uffici in meno di venti minuti, ma poi le sue carte possono impiegare mesi per essere compilate».

Per gli stranieri resta fondamenta­le l’appoggio della mediatrice culturale, al banco informazio­ni. Una delegazion­e di dipendenti è stata ascoltata dal prefetto «Il problema è che, anche se facciamo orario continuato, lei è qui solo fino alle 13», sospira l’addetto all’accettazio­ne. In realtà la mediatrice non ha nessuna fretta di timbrare il cartellino e molto spesso si trattiene oltre l’orario per dare una mano: martedì, alle 13.30, non aveva ancora lasciato via Palazzo.

Ieri i rappresent­anti sindacali sono stati ricevuti in prefettura. «Restiamo in attesa – dice Daniele Giordano, Fp Cgil – se nei prossimi giorni non ci saranno risposte intensific­heremo la protesta».

Stranieri L’esperi,mento del mediatore culturale funziona bene

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Corteo

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