Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Accademia, i timori per la fine dei restauri e il pressing su Roma
Progetto perfezionato, ancora un anno di lavori
VENEZIA Sulla carta dovrebbero durare 960 giorni per cui il termine dovrebbe arrivare nel novembre 2019. Il timore è che il pensionamento rapido della direttrice Paola Marini e l’attesa per il nuovo direttore, possano allungare i tempi.
Stiamo parlando dei lavori delle Gallerie dell’Accademia, iniziati il 3 aprile del 2017 e finanziati con 9 milioni di euro di fondi pubblici in due tranches, una da 2 milioni nel 2011 e la seconda da 7 nel 2012, riservati ai Poli museali d’eccellenza. Ci sono voluti anni, quindi, per riuscire a bandire la gara per la progettazione e l’esecuzione dei lavori che dovrebbero completare le cosiddette Grandi Gallerie, estese su tre piani, che permetteranno l’esposizione di molte più opere rispetto alle attuali.
Dopo una serie di vicissitudini, le imprese che hanno vinto l’appalto sono l’ATI Consorzio Integra Bologna e l’Apleona HSG di Fossò, nel veneziano. Ora i lavori stanno interessando il primo piano. «La parte più complessa e più importante dell’intero progetto, in particolare l’ala del Selva e l’ala Nuovissima, con le sale dalla 6 alla 11» spiega l’architetto Luigi Girardini, responsabile unico del procedimento che fa capo al Segretariato regionale per il Veneto del Ministero dei Beni culturali. «Come succede in questi casi – prosegue il dirigente - a cantiere aperto abbiamo potuto acquisire dati sui sistemi costruttivi che ci hanno portati a migliorare il progetto, perché lavori di questo tipo implicano approfondimenti e perfezionamenti continui». Finora non ci sono state grosse sorprese, ma il sentore è che per chiudere il cantiere entro un anno occorra un’accelerazione. D’altronde, i lavori sono impegnativi e arrivano a ottant’anni dal restauro precedente, quello che Carlo Scarpa iniziò nel Dopoguerra. Era il 1949, infatti, quando il famoso architetto
mise mano al complesso museale e il cantiere si protrasse per una decina d’anni. Ora uno degli obiettivi del progetto è proprio il recupero dell’opera di Scarpa, «con consolidamento strutturale, adeguamento degli impianti e allestimento museale sulla base di
uno specifico progetto scientifico - precisa Girardini - con il recupero di quello originario dello stesso Scarpa».
Complessivamente i lavori, che sono suddivisi in quattro fasi, interesseranno anche l’ala Palladiana (sempre al primo piano), la chiesa e la Scuola della Carità. Naturalmente per far spazio al cantiere sono state spostate le opere d’arte presenti nelle sale e si è provveduto a un allestimento temporaneo, ma se tutto filerà liscio, nel giro di un anno potremmo vederne uno nuovo che è tuttora in fase di definizione, dovendo adeguarsi alle modifiche che sopraggiungono con l’avanzamento del cantiere. «Alla data attuale sono stati restaurati i pavimenti in terrazzo alla veneziana, eseguiti i consolidamenti strutturali e sismici di tutte le sale e sono in corso le opere impiantistiche», spiega l’architetto, mentre saranno predisposti a breve i nuovi lucernai e i nuovi sistemi di illuminazione. Il cronoprogramma è serrato e il rischio è che il pensionamento dell’attuale direttrice Paola Marini possa rallentare i tempi previsti. Per questo motivo il consiglio di amministrazione dell’Accademia ha già richiesto al Ministero che l’interim sia il più breve possibile, in attesa che il bando internazionale definisca chi sarà a guidare le Gallerie del futuro.