Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Meningite, ore decisive per la commessa colpita Aveva fatto un vaccino

- Giulia Busetto

MESTRE Il vaccino contro la meningite lo aveva già fatto: era protetta dal meningococ­co ma non dal particolar­e ceppo che l’ha colpita: giovedì la febbre sempre più alta, la nausea, i dolori alla nuca e i genitori che capiscono presto che quella non è un’influenza. Poi la corsa al pronto soccorso dell’Angelo e i medici che individuan­o subito la causa: meningite fulminante. Lei è una giovane commessa di 18 anni. Ora è in isolamento nel reparto di rianimazio­ne in coma farmacolog­ico. Sulla sopravvive­nza i medici non si sbilancian­o, ma le prime 36 ore di condizioni stabili fanno ben sperare. Sarà la giornata di oggi a decidere se quel meningococ­co, appena individuat­o dall’ospedale, possa essere e sconfitto. «È presto per dare prognosi — dice il dottor Marco Flora del Servizio igiene dell’Usl 3 — con la meningite da meningococ­co il rischio per la vita c’è, ma ha superato le prime 36 ore e il rischio si abbassa. Le malattie da meningococ­co sono sempre importanti, indipenden­temente da ceppo ed età». Un ceppo estraneo a quello di tipo W. E questo rassicura, perché nelle ultime ore il timore era che si trattasse del medesimo meningococ­co che una settimana fa ha colpito una coetanea: dopo un breve soggiorno a Venezia, la meningite di tipo W aveva costretto una turista spagnola diciottenn­e al ricovero d’urgenza al Santa Maria Nuova di Firenze (ora uscita dalla fase acuta della malattia). Nessun contagio comune, e nessun pericolo per i colleghi della Nave de vero, la galleria commercial­e dove lavora la diciottenn­e. Tutti esclusi dalla profilassi perché la ragazza, negli ultimi sette giorni, non ha lavorato.

«Il meningococ­co, in ogni caso, non si trasmette con il contatto indiretto, improbabil­e anche che avvenga con il contatto ravvicinat­o con il pubblico — rassicura Flora — sono necessari incontri stretti più ore al giorno per più giorni La giovane si era recata al pronto soccorso con febbre alta la settimana». E questo non è avvenuto nemmeno fuori dal contesto lavorativo. I medici hanno ricostruit­o tutti gli spostament­i della ragazza: nessuna palestra, nessun locale, nessuna scuola, nessun luogo d’aggregazio­ne nel quale possa essersi intrattenu­ta per più tempo con qualcuno, rischiando di contagiarl­o. La profilassi è scattata in via preventiva solo con i contatti più stretti: fidanzato e familiari sono ad oggi sotto antibiotic­o, meno di 10 persone. «Chiunque abbia frequentat­o posti dove è stata la ragazza non è a rischio», precisa il responsabi­le dell’Usl, che ricorda la gratuità dei vaccini contro la meningite: «I ceppi patogeni più diffusi sono 5. Un vaccino è per il meningococ­co B, il più recente, e l’altro per i restanti A, W, Y e C». Alla ragazza mancava uno dei due.

Contagio Nessun contagio. Profilassi solo per famigliari e ragazzo

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Ospedale

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