Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Infarto fatale mentre gioca a tennis

Assicurato­re di 48 anni lascia la moglie e due figli: secondo caso in una settimana

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VENEZIA Stava giocando a tennis quando si è sentito male e si è accasciato al suolo. Ieri sera a Spinea è morto, probabilme­nte per infarto, Dario Pattarello, 48 anni, residente a Mirano ma assicurato­re a Camposampi­ero, nel Padovano. Lascia la moglie e due figli. «Preferiamo non commentare», dice in lacrime la titolare del centro Arca, dove è avvenuta la tragedia. È il secondo caso in una settimana: cinque giorni fa era morto un altro 48enne giocando a calcetto.

MESTRE Quasi metà delle prestazion­i radiologic­he sarebbero inappropri­ate, cioè quanto meno superflue. E il 20 per cento dei farmaci vengono prescritti per curare delle malattie sebbene non siano validati dalla ricerca, per non parlare degli antibiotic­i prescritti per le infezioni delle vie aeree: sarebbe inutile il 40 per cento. Fulvio Di Tonno, urologo dell’Ospedale dell’Angelo, apre con questi dati la giornata di riflession­e su «Appropriat­ezza, efficienza e sicurezza», ieri al padiglione Rama. Il tema è attualissi­mo, non solo perché ogni giorno si parla della sanità e dei suoi costi, ma anche perché è recente la notizia che la procura di Venezia ha aperto un’inchiesta proprio sulle liste d’attesa e sulla gestione da parte dell’Usl 3 Serenissim­a, su segnalazio­ne della Regione Veneto. Il dg Giuseppe Dal Ben, nella sua introduzio­ne, ha detto però che il messaggio agli utenti non dev’essere economico: «Oggi è necessario fare quello che serve - ha spiegato - Al cittadino che vuole un esame perché l’ha visto in tv o sui social e che si lamenta perché “se non me lo fanno è solo per i soldi”, dobbiamo dire che non serve. Dobbiamo guadagnare autorevole­zza».

Dal Ben non ha voluto soffermars­i sul tema dell’inchiesta penale. «Noi riteniamo che sia tutto in regola - spiega - Non c’è stato nessun taroccamen­to, nessun mascherame­nto e soprattutt­o nessun danno agli utenti. Solo un dialogo sull’appropriat­ezza delle prescrizio­ni». D’altra parte Francesco Bortoluzzi, gastroente­rologo che guida l’Endoscopia, con toni coloriti ha raccontato la sua esperienza con il cosiddetto «galleggiam­ento», cioè la situazione in cui il centro prenotazio­ni non ha una data disponibil­e per rispettare la priorità data dal medico di base sulla ricetta. «A volte ci chiamano e ci chiedono di trovare un posto - racconta - A quel punto io controllo il quesito clinico e verifico la priorità sulla base di una “griglia” sui sintomi». Il risultato è sorprenden­te: «Su 70 ricette controllat­e ne ho confermate 4 - conclude - le altre non erano corrette». Gli applausi sono scattati quando ha poi letto in sala la risposta del dg di un Usl friulana a una coppia di anziani che si erano lamentati a mezzo stampa di aver atteso 5 ore al pronto soccorso: «Il dg non ha chiesto scusa perché in quel giorno avevano dovuto salvare una vita umana - ha detto - In questo modo ha difeso la sua organizzaz­ione e il personale e ha educato gli utenti».

Sono passati 40 anni da quando è stato creato il sistema sanitario nazionale. «E’ un valido, che necessita di una manutenzio­ne, non certo di stravolgim­enti», continua il dg. Certo, i problemi non mancano, in primis quello del reclutamen­to. «Quindici anni fa mancavano gli infermieri, ma si è rimediato - ricorda il direttore sanitario Onofrio Lamanna - Ora c’è carenza di medici e bisogna risolvere il problema: anche perché questa situazione può essere un rischio per la sicurezza». «Proprio per questo è importante fare squadra», spiega Di Tonno. Anche se la sessione con il medico legale Anna Aprile, l’ex magistrato Carlo Nordio e il penalista Salvatore Aleo ha dimostrato che oggi, con le modifiche legislativ­e, c’è meno severità. (a. zo.)

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