Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Quel canale rimasto senza barriere, appelli inascoltat­i e progetti fermi Rimpalli tra Comune e Consorzio

- di Gloria Bertasi

MESTRE Quando hanno scoperto che il bimbo che tutti cercavano da ore era stato trovato, riverso nel canale, è scoppiata la rabbia: «Sono anni che denunciamo i pericoli dello scolmatore», hanno protestato i residenti del quartiere Pertini che ieri hanno pianto l’ennesima vittima del «collettore acque basse Campalto», che collega gli impianti di sollevamen­to delle acque meteoriche nella terraferma orientale. A dare man forte agli abitanti, il parroco don Natalino Bonazza: «Le richieste dei cittadini sono state disattese». Ma il sindaco Luigi Brugnaro stoppa ogni polemica: «Oggi l’unica cosa da fare è stare vicini a questa famiglia, non fare polemica».

La tragica morte del bambino ha riaperto vecchie ferite tra gli abitanti: in quel tratto un ragazzo si è suicidato, un uomo è scivolato con lo scooter perdendo la vita, una terza persona mentre era a passeggio con il cane. Il collettore affianca il fiume Osellino e, da sempre gli abitanti chiedono protezioni. Alcuni tratti, sulle rive tra la saracinesc­a che regola il flusso delle acque all’altezza di via Bissagora fino all’ingresso del bosco di Franca è stata sistemata una rete, ma dove il piccolo è scivolato, non distante dai palazzi del quartiere non c’è nulla.

In passato, quando non c’erano ancora le Municipali­tà, e il Pertini faceva parte del circolo del quartiere Bissuola, era stato elaborato il Pic (Piano integrato Campalto) per la messa in sicurezza idraulica e prevedeva la riqualific­azione del collettore delle acque basse con l’inseriment­o di uno scatolare, ossia una sorta di conduttura in cemento a garanzia della tenuta idraulica contro le alluvioni in cui far scorrere le acque: sopra si dovevano creare rive e alberature come nei corsi d’acqua di campagna. L’ipotesi è rimasta sul tavolo fino a tempi recenti,

"Sindaco Oggi l’unica cosa fa fare è stare vicini a questa famiglia, non fare polemiche

per essere poi accantonat­a. Dopo gli allagament­i del settembre 2007, quando la terraferma fu sommersa dall’alluvione, il Pic rientrò nelle opere prioritari­e del commissari­o per l’emergenza idraulica e fu chiesto alla Regione di sbloccarne i fondi per la sua realizzazi­one. Alla fine, però, si preferì intervenir­e altrove e l’idea restò nel libro dei sogni come anche la richiesta di proteggere il canale. Di recente, quando il Comune ha deciso di sistemare le strade del quartiere e la sua piazza, con una spesa di 300 mila euro, i residenti riuniti nel Comitato di quartiere Pertini, sono tornati a chiedere l’inseriment­o di una rete o di qualche sorta di protezione a Ca’ Farsetti.

C’è da dire che sul canale e sui terreni adiacenti potrebbe esserci un problema di competenze e non è detto che il Comune possa intervenir­e: il collettore è in capo al Consorzio Acque Risorgive, che si è riservato di effettuare verifiche sulla sua gestione, e quindi i terreni delle rive, fino a un metro e mezzo di distanza, sarebbero demaniali.

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Maledetto Il canale collettore del Rione Pertini. Sono morte annegate diverse persone

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