Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Lega pigliatutto anche in Trentino fra sovranismo e autonomismo
Sindrome da paure preventive? Crisi di sistema in un sistema del quale tutti o quasi hanno fatto comunque parte? Virus della rottamazione per la rottamazione? Decisioni politiche impopolari?
Certo, ad esempio il Comune di Cavalese, governato dal centrosinistra, ha votato in massa la Lega perché il «punto nascite» del suo piccolo ospedale era stato soppresso e il candidato Maurizio Fugatti ha promesso che lo riaprirà (anche contro l’evidenza secondo la quale nessun ospedale sotto casa è come quelli un po’ più distanti ma meglio attrezzati). Ma non può essere tutto qui se da De Gasperi siamo passati a Salvini attraverso il centrosinistra autonomista di Dellai e il Patt del governatore uscente Ugo Rossi, scartato dal Pd e ripresosi una rivincita che vale da sola il 12 per cento dei voti. Narrazione securitaria e migranti a parte, ognuno si prenderà le proprie responsabilità.
Ventuno ottobre 2018. Segniamoci la data perché traccerà un solco nella storia di questa terra. E non solo. Se in Trentino è caduto un «sistema», la sostituzione con un altro costringerà i vincitori a una doppia sfida. Governare meglio quella che qualcuno nei giorni scorsi ha definito a torto o ragione «l’ottava provincia del Veneto» prefigurando una sorta di «annessione» per la virtuosità della regione governata da Luca Zaia e armonizzare il nuovo corso con il resto del Paese.
In sostanza, far coesistere il sovranismo di un Salvini che incassa consensi da Bolzano a Reggio Calabria e la gestione di tutta la partita autonomista che bolle e ribolle nelle regioni più ricche del Paese.
Con l’incognita dell’alleato Cinque Stelle, impegnato nella rivendicazione del reddito
Caduta del sistema Segniamoci la data: 21 ottobre 2918, perché traccerà un solco nella storia del Trentino
di cittadinanza e non certo a mettere in difficoltà le regioni del Sud che nel vortice delle istanze autonomiste - ragione sociale del Carroccio rischiano solo di perderci.
Ad ogni modo, se da una parte la Lega dovrà - come ha promesso - difendere l’autonomia trentina e altoatesina, esito di un patto costituzionale e internazionale, non potrà nella stessa partita settentrionale creare figli e figliastri.
Quale autonomia concedere al Veneto di Zaia e alla Lombardia di Fontana, arrivate con rispettivi referendum votati da milioni di cittadini chiedere per prime forme altrettanto costituzionali di autogoverno?
E quale all’Emilia Romagna del Dem Stefano Bonaccini che potrebbe presto diventare da rossa a verde?
E quale ancora, infine, alle regioni come Piemonte, Liguria e Toscana e perfino Puglia (il Nordest del Sud)