Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Sandra, Mari e le altre La corsa come rinascita post cancro diventa film
PADOVA Sandra corre perchè è la sua rivincita. Un cancro al seno, due operazioni, sei cicli di chemioterapia. Ma soprattutto la voglia di reagire, prendersi cura del suo corpo, ripartire. Marina corre per accaparrarsi un altro pezzetto di vita, liberarsi della paura, focalizzare un obiettivo. Operata due volte per un cancro triplo negativo, il più aggressivo che c’è, uscita dalla chemio ha deciso di guardare avanti. Ha infilato scarpette e tutina e non si è più fermata. Stefania è un medico endocrinologo, corre accanto alle sue paziente insieme a una collega oncologa e a un’anestesista, «per dimostrare che siamo fianco a fianco nelle gare come nel percorso di cura».
Il sogno di «Run for Iov», la squadra formata da pazienti oncologiche dello Iov (Istituto Oncologico Veneto) e medici, progetto organizzato da Ryla (Run Your Life Again Onlus), adesso è diventato un film.
In un’ora il regista Nicola Berti ha raccontato la storia di dieci donne venete che hanno affrontato il cancro, la loro voglia di tornare a vivere, la squadra con cui hanno gareggiato in tante maratone, tra cui quella di New York e quella di Londra. Il film s’intitola «Run your life again» e sarà presentato in anteprima domenica al teatro Don Bosco di Padova (Via San Camillo De Lellis, ore 21). Ma la sfida del progetto e l’intensità del film hanno un tale impatto emotivo e coinvolgente, che il prossimo passo potrebbe essere fare tappa al Festival del Cinema di Venezia, a settembre.
L’idea della squadra è nata da Sandra Callegarin, commercialista di Padova, che sconfitto il cancro ha deciso di mettersi in gioco con la corsa. «Pormi un obiettivo e riuscire a superarlo con la corsa aiuta ad affrontare anche le tappe dell’altra maratona, quella della malattia spiega - . Ho trovato subito altre donne in lotta contro il
"Riuscire a superare un obiettivo con la gara aiuta a vincere la malattia
cancro che volevano condividere questa sfida e a noi si sono aggiunti medici e infermieri dello Iov. Primo obiettivo la maratona di New York, secondo quella di Londra. Ci siamo allenate seguite dall’associazione Asd Spak4, ce l’abbiamo fatta. E la squadra ha continuato a crescere».
Stefania Zovato, medico dello Iov, è sempre stata in pista con la squadra: «Abbiamo condiviso molta felicità», sottolinea.
Per Marina Franceschi, l’inferno del cancro è piombato all’improvviso, le ha stravolto la vita e cancellato il futuro. «Dopo le operazioni e la chemio, non volevo nemmeno comprarmi un’auto - rivela - , pensavo che mi restava poco tempo, non l’avrei usata...Ma scegliere di fare parte di questo progetto, iniziare a correre nonostante la malattia mi avesse distrutta fisicamente, mi ha liberata di tutto, pensieri negativi, paura, sofferenza. Focalizzare l’attenzione sulla corsa, sulle gare, è stato liberatorio, ha scatenato energia e positività. E il grande spirito di appartenenza alla squadra, l’empatia e la condivisione con le altre, sono diventate quasi più importanti della corsa».
Dieci donne, dieci storie: la malattia, gli allenamenti, la gara. Il film entra nella vita, nei pensieri, nel dolore e nella rinascita di queste atlete, racconta la corsa, ma anche il cancro. Un messaggio di speranza, coraggio e resilienza. Dice Valentina, una delle protagoniste: «Penso a tante donne e ragazze che non si sentono guerriere, che fanno fatica, sono sole. E penso a tutte noi che dalla malattia usciamo a pezzi. Possiamo farcela comunque. E ripartire. Se ce l’ho fatta io, ce la possono fare tutte». Perchè gli interventi chirurgici, la chemio, la radioterapia, annientano il corpo e l’energia, lasciano a pezzi. Pensare di correre sentendosi così sembra impossibile. «Ma basta iniziare - dicono le atlete della squadra dello Iov - , stringere i denti, provarci. Poi cambia tutto. La corsa diventa un percorso di benessere».
Il film è prodotto da Baobab film, musiche di Paolo Lazzarini.