Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Hotel nell’ex convento prima deroga al blocco Anche Esu sott’accusa

- Elisa Lorenzini

VENEZIA In tutto sono 15 stanze, 200 metri quadrati, un piccolo nuovo albergo che aprirà nel cuore della città: è l’ex convento delle suore di San Giuseppe di Rivalba agli Ormesini. Mentre il corpo centrale del convento prevedeva già la possibilit­à di farne albergo, le due piccole ali laterali no. Per questo è necessario un passaggio in consiglio comunale, per avere il via libera al cambio di destinazio­ne d’uso in ricettivo. Il documento era pronto per passare in Giunta nella convocazio­ne di ieri, ma è stato fermato temporanea­mente dal sindaco Luigi Brugnaro che ha chiesto di approfondi­re alcuni dettagli della delibera. Per esempio ha chiesto di precisare meglio che si tratta di un progetto risalente a oltre due anni fa.

Si tratta, del resto, di un tema delicato: è la prima delibera in deroga per il cambio d’uso in ricettivo da quando l’amministra­zione Brugnaro ha deciso di fermare l’apertura di nuovi alberghi nel centro storico di Venezia come misura di contrasto allo spopolamen­to. Il lavoro per la trasformaz­ione del convento degli Oremesini è in corso infatti già dal 2016. Nel 2015 le suore, figlie di San Giuseppe di Rivalba, erano rimaste in tre: la superiora Annarosa Alban, suor Marinella e suor Aldina. L’ordine era in città da 128 anni ma la casa madre da Roma aveva deciso che non ne valeva più la pena, data la carenza di vocazioni. Così a fine anno le suore erano partite e lo stabile sarebbe stato acquistato da un privato veneziano. La partenza degli ordini religiosi e trasformaz­ione dei conventi in strutture ricettive per la città non è una novità, le suore di Rivalba sono solo uno dei tanti casi.

Il progetto è stato affidato all’architetto Cesare Feiffer dello studio Feiffer e Raimondi. «È un progetto conservati­vo di un edificio vincolato» dice solo l’architetto Feiffer che non vuole aggiungere altro, per non sollevare polemiche. Si tratterebb­e dal punto di vista burocratic­o di un caso molto simile a quello della consiglier­a comunale Marta Locatelli e dei suoi appartamen­ti in calle delle Rasse che qualche anno fa sollevò molte polemiche: anche per il convento infatti la trasformaz­ione in albergo era già permessa in una parte dell’edificio come prescritto dal regolament­o urbanistic­o. Ora il consiglio comunale deve decidere se concederla anche per la parte mancante, una parte minima rispetto al volume del progetto.

Il tema del business del settore ricettivo in questi giorni sta infuocando i social network. Ha fatto scalpore l’avviso di bando di gara dell’Esu, l’azienda regionale per il diritto allo studio universita­rio, pubblicato sui giornali per cercare un soggetto che si occupi dell’affitto turistico di residenze universita­rie nel centro storico di Venezia nei mesi estivi del triennio 20192021. Valore complessiv­o: 660 mila euro. «Dopo la curia ora anche l’Esu indossa le vesti di albergator­e», è il commento su Facebook. Oggi l’Esu stesso farà una conferenza stampa per spiegare le cose.

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