Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Cucchi, scuse a chi comprò la droga» E la Cgil insorge contro il sindaco

Brugnaro ripete il post condiviso dalla vice Colle. Ma la Lega prende le distanze

- Giacomo Costa Monica Zicchiero

MESTRE «Alla famiglia Cucchi il comandante generale dei carabinier­i e lo Stato italiano hanno chiesto scusa, scuse ufficiali. Nel processo si stanno evidenzian­do delle cose, la magistratu­ra e i giornalist­i stanno facendo il loro lavoro, lo Stato funziona. Ma io credo che ad un certo momento dovremo domandarci se qualcuno ha chiesto scusa per quei tossicodip­endenti che, magari, hanno avuto la droga da lui?». Sono quasi le stesse parole, di certo lo stesso concetto: sabato espresso da un post della vicesindac­o Luciana Colle, ieri delle parole del primo cittadino Luigi Brugnaro, che ha difeso la sua vice, finita nella bufera, intervenen­do al congresso della Camera del Lavoro della Cgil. Nella relazione, il segretario Enrico Piron aveva riservato un passaggio alla vicenda di Stefano Cucchi: «Assassinio che annienta la democrazia». Brugnaro ha replicato che forse qualcuno doveva chiedere scusa perché Cucchi era uno spacciator­e. Immediata e feroce la reazione della platea: chi urlava al sindaco di andarsene, chi strillava «vergognati», mentre una voce da metà sala ripeteva: «Hanno ammazzato un ragazzo in caserma, ma di cosa stiamo parlando?»; solo l’intervento della moderatric­e ha permesso al primo cittadino di continuare, il microfono sovrastato dalle proteste. «Io non so se Stefano Cucchi spacciasse, se lo faceva il problema c’è: non stiamo parlando di un santo – ha detto Brugnaro - Detto che le scuse erano doverose, che la sorella di Stefano aveva ragione – lo ha stabilito la magistratu­ra - non vedo dove sia lo scandalo se una persona esprime sul proprio canale social un suo pensiero. O non siamo più in libertà?». Trambusto riassunto dall’hashtag lanciato su Twitter dalla Funzione Pubblica della Cgil veneziana #vergognite.Oltre all’assist di Brugnaro, il vicesindac­o prima della giunta ha incassato anche la solidariet­à di più di qualche collega assessore. Ma il punto di vista dei partiti è molto sfaccettat­o, al riguardo. Ieri, vista la bagarre, il commissari­o ad acta della Lega veneziana Alberto Stefani ha controllat­o una ad una tutte le tessere di militanti e simpatizza­nti: «Colle non risulta iscritta, non ha alcun legame col nostro movimento scandisce il deputato - E siamo anche critici nei confronti di queste sue dichiarazi­oni fuori luogo e non in linea col partito».

Una mozione sul caso rischia di mettere all’ennesima prova la giunta fucsia e la Lega, la presenterà il vicepresid­ente del consiglio Comunale Giovanni Pelizzato (Lista Casson). «La vicesindac­o spiega il post con la sua rabbia nei confronti di Ilaria Cucchi. Ma rabbia perché? Presenterò una mozione per stigmatizz­are l’atteggiame­nto di un amministra­tore che dovrebbe pensare tre volte prima di fare certe dichiarazi­oni – annuncia – È questione di ruolo e sensibilit­à: da vicepresid­ente vorrei chiarire la questione e vorrei che questa richiesta giovedì in consiglio fosse condivisa da molti». La Lega deciderà in autonomia se aderire, dice Stefani. Forza Italia la prende in maniera laica: «Se ci sarà mozione e discussion­e, spero che Colle avrà occasione di spiegare – dice il vicepresid­ente Saverio Centenaro – Per me si è trattato di una leggerezza. Il nostro voto sulla mozione? Sarà uguale a quello della Lega», sorride. «Invece di affrontare le molte questioni che riguardano la nostra città ed elaborare proposte sensate, i nostri eroi della sinistra veneziana intendono rallentare i lavori del Consiglio Comunale per discutere del Caso “Cucchi», stigmatizz­a l’assessore Simone Venturini. Che non intende entrare nel merito del caso Colle. Ci entra il M5s: «Visto che è stata ufficialme­nte disconosci­uta dalla Lega, a chi si deve la presenza in giunta della Colle? chiede Davide Scano - Vorremmo saperlo visto che la città ha un vicesindac­o che ha detto una palese idiozia e va sulla stampa solo per le figuracce». ● Stefano Cucchi è morto il 22 ottobre 2009 a Roma mentre era detenuto dopo un arresto per spaccio

● Da nove anni è aperta un’inchiesta giudiziari­a sulla sua morte: secondo i famigliari il giovane era stato picchiato ed era morto a causa di quelle lesioni

● Proprio in questi giorni è in corso il processo bis a tre carabinier­i, accusati di averlo pestato. Nel primo processo erano stati assolti medici e poliziotti

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