Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Bimbo annegato, un incidente» Ora spuntano i cartelli di pericolo

Cherchi: non ci sono lesioni sul corpo. Incontro tecnico sul canale al Consorzio

- G. B. – E. Bir.

MESTRE L’autopsia eseguita sabato dalla dottoressa Rossella Snenghi ha escluso lesioni o altri elementi che possano alimentare il «giallo». «La morte è avvenuta per annegament­o, probabilme­nte il bimbo è scivolato - dice il procurator­e capo di Venezia Bruno Cherchi - Allo stato non ci sono ipotesi diverse dall’incidente». A pochi giorni dalla tragedia avvenuta venerdì in quartiere Pertini, quando un bambino di 4 anni è annegato nel canale scolmatore dopo essersi allontanat­o dalla struttura protetta in cui viveva con la madre, le indagini della squadra mobile di Venezia, coordinata dal pm Raffaele Incardona, proseguono. La procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, senza indagati. «Però prima di prendere qualunque decisione bisogna avere dati più certi dall’autopsia, su tempi e modi del decesso - prosegue Cherchi - Di certo valuteremo se e come ci fosse un obbligo di controllo». Nel mirino ci sono ovviamente la donna e la cooperativ­a che gestisce la struttura. Ieri in tre punti sono stati appesi cartelli che indicano il «divieto di accesso al personale non autorizzat­o», evidenzian­do con tanto di disegno il «pericolo di caduta»; oggi al Consorzio Acque Risorgive si terrà invece un incontro tecnico per approfondi­re le criticità del canale.

Ovvio che per il bambino non sarebbe cambiato nulla, ma perlomeno ora ci sono. I residenti continuano infatti a interrogar­si su come sia possibile che nessuno abbia notato il bambino allontanar­si da solo. I palazzoni sono tappezzati di cartelli con la scritta «Condominio vigilato. Occhi aperti h24» e nelle strade ci sono le indicazion­i sul controllo di vicinato. «Qui tutti sono attenti a tutto ciò che succede – dice un cittadino -. È possibile che nessuno si sia accorto?». Nella piazzetta in centro al quartiere c’è sempre un viavai. Ma il bimbo sembra non essere passato di là, almeno secondo le indagini delle forze dell’ordine. La comunità è in una zona un po’ più isolata, immersa nel verde. Il cancello nei giorni successivi all’incidente è sempre stato chiuso ma, secondo alcuni residenti, «spesso era aperto». Il bimbo avrebbe imboccato un passaggio pedonale che, in cinque minuti, porta a una grande area verde e alla rotonda di via Pertini.

Una volta attraversa­ta la strada, c’è il canale. Lungo il percorso non c’è alcuna telecamera. Solo alti palazzoni e case a schiera. È una zona frequentat­a per lo più da chi porta a spasso i cani. In molti, poi, non sapevano nemmeno che ci fosse una casa di accoglienz­a nel quartiere. «L’ho scoperto dopo, eppure vivo qui da tanti anni. Mi sembra strano che un bambino riesca ad allontanar­si da solo», dice una residente. L’unico punto in cui qualcuno si sarebbe potuto accorgere, da lontano, del piccolo è la strada del canale scolmatore. È proprio da lì che la polizia, venerdì sera, ha notato le ciabattine.

● L’autopsia ha confermato il decesso per annegament­o e la procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo: valuterà le omissioni della madre e della coop che gestisce il centro

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Il divieto Ieri sono stati installati in tre punti del canale altrettant­i cartelli che segnalano il «pericolo di caduta» (Foto Errebi)

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