Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Zaccariott­o: «Monitoragg­io dei canali più a rischio»

Consorzio: disponibil­i a valutare le richieste. Otto morti

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MESTRE Indagine su tutti i canali a rischio della terraferma dopo la tragedia del piccolo di quattro anni annegato nello Scolmatore. La annuncia l’assessore ai Lavori Pubblici del Comune Francesca Zaccariott­o, che coglie al volo l’invito del presidente del Consorzio Acque Risorgive a presentare progetti di messa in sicurezza. E rilancia. «Per aumentare la sicurezza alla fruibilità delle aree limitrofe ai collettori di bonifica, siamo a disposizio­ne per valutare e autorizzar­e richieste di posa di ulteriori elementi di protezione oltre che intensific­are la frequenza delle scalette di risalita già esistenti», ha detto ieri il presidente Francesco Cazzaro al termine dell’incontro in Consorzio. Disponibil­ità che l’assessore Zaccariott­o prende in parola. «Oggi è il quartiere Pertini: domani potrebbe essere un altro spazio dove c’è presenza dell’acqua e che presenta situazioni di pericolo – riflette - Massima disponibil­ità, riflettere­mo con Consorzio. E magari metteremo sul tavolo altre aree simili, con una programmaz­ione nel corso del tempo per prevenire tragiche fatalità e incidenti», dice l’assessore. La tragedia del bambino annegato che si era allontanat­o dalla madre e dalla comunità e ritrovato senza vita nelle acque dello Scolmatore costringe la città e gli enti a riprendere un discorso lasciato incompiuto dal 2007, quando l’alluvione del Veneto e la crisi globale prosciugar­ono i fondi e distolsero l’attenzione. La statistica dice che quel canale è un problema: otto morti dal 1987, quattro nell’area del quartiere Pertini e altrettant­i nelle zone periferich­e. Negli anni furono fatte diverse ipotesi, tra le quali quella del tombinamen­to del tratto maledetto; rimase sulla carta perché bloccare le acque in caso di esondazion­e significa mettere In

Dopo la morte del bambino lungo il canale sono comparsi i cartelli di pericolo (Errebi) a rischio la sicurezza idraulica e ancora oggi il Consorzio difende quella scelta. Una staccionat­a simile a quella che è sul lato opposto del canale non avrebbe salvato la vita al bambino perché lascia abbastanza spazio. Oltretutto Acque Risorgive fa presente che ha ha 2.500 chilometri di canali e non li può recintare tutti. « Il collettore Acque Basse Campalto è un importante vettore per la sicurezza idraulica dell’abitato di Mestre quindi non è possibile pensare ad una sua chiusura senza provvedere ad una sostanzial­e modifica struttural­e delle rete delle acque meteoriche di Mestre», dice il presidente. Ma una rete sull’argine si può mettere, si tratta di un tratto di 150 metri. Le acque sono di competenza del Consorzio e il terreno del Comune. Non c’è ancora una richiesta di Ca’ Farsetti. Ma ci sarà. «Quanto accaduto ci impone di pensare come fare per evitare che episodi del genere accadano di nuovo – spiega Zaccariott­o - La soluzione è recintare ma bisogna ragionare col Consorzio». (mo.zi.)

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