Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
I nuovi residenti superano chi lascia «Il lavoro futuro: produzioni green»
Al dibattito del Corriere, il sindaco chiede più poteri: «Vorrei fare la ztl per i turisti»
VENEZIA L’immagine da fotografia è quella di piazza San Marco invasa da turisti, carovane di visitatori che mettono in pericolo la fragilità della città. O quella di una nave da crociera che salpa il bacino e attraversa il canale della Giudecca doppiando le altezze delle case. «Ma dall’altra parte c’è una vocazione industriale che vale 27 miliardi di fatturato, che vale il 39 per cento dell’export e che permette all’Eni di convertire una raffineria in bio-raffineria grazie al fatto che ci sono competenze», dice il presidente degli industriali Vincenzo Marinese. «La vera sfida di questa città è creare sana e buona occupazione per avere anche occupazione in centro storico, non si possono fare sempre mascherine e vetrine — aggiunge il presidente del Porto Pino Musolino — Tutti stiamo lavorando perché il futuro di Venezia sia fatto di sostenibilità, innovazione e ricerca perché come ricordava Giovanni XXIII l’innovazione di oggi è la tradizione di domani».
Precisa il sindaco Luigi Brugnaro: «Nei primi 4 mesi dell’anno, secondo i dati dell’Anagrafe comunale, tra chi sposta la residenza dalla laguna e chi invece viene a viverci, il saldo è positivo. Il problema di Venezia, ma lo è per tutti i centri storici del mondo, è che qui l’età media è elevata e ci sono molti decessi. E’ evidente che ci sarà un momento in cui la tendenza generale si invertirà. Io ci credo al ripopolamento di Venezia», pensa al futuro. Un esempio arriva da Venezia Nativa che lavora con le comunità di Burano, Mazzorbo, Torcello per rafforzare il senso di identità e l’orgoglio di appartenenza a queste isole. «Dobbiamo far sì che mantengano la loro specificità e, insieme, far stare le attività tradizionali al passo dei tempi, ma oggi è difficile coinvolgere i giovani nei mestieri tradizionali». E’ la sfida di Venezia di mantenere l’equilibrio tra sostenibilità e sviluppo, protagonista della prima tappa del «Bello dell’Italia» l’iniziativa del Corriere della Sera che vuole raccontare un’Italia in trasformazione.
La sfida di spostare le navi da San Marco («Sono stato eletto con la proposta di portarle alla Marittima passando per il canale Vittorio Emanuele», dice Brugnaro), di riconvertire Porto Marghera («Non ci sono solo navi da crociera, il porto fa il 25 per cento del Pil dell’intera città», aggiunge Musolino), di gestire i flussi turistici: «Se potessi fare zone a traffico limitato come in un qualsiasi centro cittadino, ma qui c’è l’acqua, le regole sono diverse e il Comune non ha nessun potere: ecco chiediamo, poteri per fare ztl, poteri per gestire le acque della laguna...», ancora il sindaco. Ma è anche la sfida di Porto Marghera 2.0, un’area in cui (dati 2014) ci sono ancora 83 aziende e 2300 addetti capace di rinnovarsi — come ha precisato Gianluca Palma, direttore dell’Ente zona industriale — minimizzando l’impatto ambientale, utilizzando materie prime e bonificando le aree con investimenti futuri destinati alla produzione green di quasi 600 milioni di euro. Dalla centrale Edison (320) per un nuovo ciclo combinato di produzione elettrica a bassissima emissione ed altissima resa all’impianto Lng gas naturale liquefatto, ma che ha visto Eni a fare da capofila con la riconversione della raffineria in bio-raffineria. Ieri gasolio oggi il biodiesel grazie agli oli vegetali (il 50 per cento dell’olio fritto prodotto in Italia, 35 mila tonnellate, arriva all’impianto Marghera), da novembre ci saranno anche gli oli animali e grazie alle plastiche non riciclabili sarà anche prodotto idrogeno.
Ma la sfida è anche quella del ritorno alle origini, come la produzione del vino nel terreno di San Francesco «dove c’era la miglior vigna di Venezia», spiega frate Antonio. Il bello di Venezia è anche questo.
"Musolino La vera sfida è creare sana occupazione, non solo mascherine
Marinese La vocazione industriale di Venezia vale 27 miliardi di fatturato