Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Moschea, appello di cittadini e turisti Sindaco: presentino un progetto
Albergatori: i clienti pregano in camera. Una giornata di mobilitazione
VENEZIA Una moschea per Venezia invece di una miriade di negozi, garage, appartamentini, capannoni che spoetizzano la spiritualità. Luoghi rimediati, che fanno sgranare gli occhi ai facoltosi turisti di fede islamica che arrivano da mezzo mondo a Venezia e che alla comunità islamica cittadina chiedono: «Ma come mai pregate qua? Perché Venezia non ha una moschea?». «Noi rispondiamo che siamo in trattative», racconta Mohamed Amin Al Ahdab, architetto, portavoce della comunità islamica locale. «Che presentino il progetto, poi l’amministrazione valuterà l’intervento», precisa il sindaco Luigi Brugnaro, così come aveva detta all’indomani della chiusura degli spazi a Mestre. E la moschea non dovrà essere in centro città.
C’è vergogna in quella risposta data a uomini d’affari, dignitari, ricchissimi imprenditori che davanti alla preghiera sono identici alle migliaia di fedeli che vivono nel Comune: 25 mila a Venezia, 5 mila solo della comunità bangladese tra Mestre e Marghera. I turisti, poi, sono tantissimi: all’aeroporto Marco Polo di Tessera ogni giorno arrivano voli da Doha e Dubai, tre volte a settimana ci sono collegamenti da Tunisi, sei giorni su sette da Casablanca, tre collegamenti al giorno con lo scalo internazionale di Istanbul e un giorno sì e uno no atterrano vettori da Tel Aviv, che porta a Venezia ebrei e musulmani insieme. I più pregano nella loro camera d’albergo, spiega il direttore dell’Associazione Venezia Albergatori Claudio Scarpa: «Il luogo di preghiera è un conto. Altro è la moschea, che è un diritto per chi vive in Italia».
Quello di una moschea per la città è il tema della prossima giornata del dialogo interreligioso che si svolgerà sabato 27 ottobre in tutti i luoghi di culto islamico. E anche nella chiesa della Cita a Marghera: don Nandino Capovilla alle 18 guiderà una «processione» interreligiosa che dalla chiesa del quartiere approderà alla vicina moschea. «I luoghi di culto avvicinano i cuori», dice don Nandino citando l’appello che è stato inviato al sindaco, al presidente della Regione, al Prefetto. Un appello per niente conciliante, che accusa l’islamofobia dietro l’ostracismo delle istituzioni. «In realtà noi chiediamo un tavolo di concertazione con le istituzioni per trovare una pianificazione urbanistica, un terreno, uno stabile da recuperare, che possa divenire moschea», spiega Amin. La posizione del sindaco è che per sedersi a un tavolo serve prima un progetto che rispetti le regole vigenti.
La Regione ha approvato la norma che relega i nuovi luoghi di culto (chiese, moschee e sinagoghe) nelle aree di centri commerciali e capannoni e sottopone ogni nuova apertura a referendum popolare. E i consiglieri di Centro Destra Veneto – Autonomia e Libertà Stefano Casali e Fabiano Barbisan ritengono che sia meglio indirizzare i turisti al capannone di via Monzani a Marghera e nei garage dove si prega, piuttosto che avere una moschea nel capoluogo. «Crediamo che sia più opportuno, piuttosto che snaturare un immobile di architettura tipicoveneziana, promuovere la conoscenza delle moschee che si trovano a pochi minuti da Piazzale Roma – dicono - Marghera è assai facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici. Ci attiveremo prontamente per rendere note e accessibili le informazioni relative alle attuali ubicazioni».
Corteo Sabato processione dalla chiesa della Cita