Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Salvini: autonomia entro l’autunno
Ma sulle grandi opere avvisa: «Avanti, ma non con tutte. Il Mose è stato uno spreco»
Conferma, una volta di più, che la Pedemontana sarà completata, senza nuove revisioni («È un modello da studiare, non da contestare»). Ma sulle Grandi Opere avverte: «L’analisi costi-benefici prevista dal contratto di Governo si farà, perché alcune sono state uno spreco, come il Mose». Poi assicura: «L’autonomia del Veneto sta per partire, entro l’autunno il processo sarà avviato». Il vicepremier Matteo Salvini arriva a Verona per inaugurare Fiercavalli e parla di manovra, infrastrutture, Europa. Zaia futuro commissario Ue? «Non faccio nomi» dice.
VERONA Il vice premier Matteo Salvini balza sul destriero nero («Se mi vede l’ortopedico sono guai» sorride indicando il polso fasciato) e lancia la diretta Facebook: «Cari amici, vi aspetto tutti a Fieracavalli, Verona!». Fa una foto col Papà del Gnoco ed una con le cocorite, poi un selfie con gli scolari, mentre la maestra lo rimbrotta: «Non mandarmi in pensione!» e un passante lo rincuora: «Non mollare!». Arriva dal Forum Eurasia, riparte per Roma, atteso al Senato. «E domani ho la riunione su Bolzano, per decidere il da farsi».
Entrerete in giunta con la Svp?
«Chiediamo i voti per cambiare le cose e le cose le cambi se vai ad amministrare. Non a tutti i costi, certo, ma la marea di voti che abbiamo preso ci impone di pensarci. Il voto libero, orgoglioso e coraggioso dei cittadini di Trento e Bolzano ha dimostrato ai “signori dello spread” con chi stanno davvero gli italiani».
Forse Bolzano. Di sicuro Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino, Lombardia, Valle d’Aosta. State facendo la Padania proprio ora che l’avevate archiviata.
«Mannò, ci sono state la Sicilia e il Molise, arriveranno Sardegna, Abruzzo, Calabria. Ci votano in Lombardia e in Veneto perché vogliono l’autonomia ma anche in Trentino Alto Adige, dove l’autonomia ce l’hanno già. È il frutto della buona amministrazione sui territori ma anche di quel che stiamo realizzando a Roma».
La Lega riuscirà a tenere tutti insieme, Regioni speciali, aspiranti speciali, il Sud?
«Sì, perché più avviciniamo il governo ai territori, meglio si spende e meno si spreca. Mi chiamano sindaci dalla Puglia e dalla Campania, farebbero carte false per avere un’autonomia come quella trentina. Alla faccia di chi ci vedeva morti, abbiamo esportato in tutto il Paese la voglia dell’autogoverno».
Nell’attesa di darla alla Campania, l’avrà il Veneto?
«Attendiamo le ultime risposte dai ministeri, entro l’autunno incardineremo in Consiglio dei ministri e in parlamento il processo di avvio della riforma. Si comincia, come previsto dal contratto di Governo, e mi lasci dire che dopo soli cinque mesi è già una bella soddisfazione».
I presidenti del Nord chiedono autonomia, sviluppo e infrastrutture. La Lega di Governo garantisce anche per i Cinque Stelle?
«La decrescita non è mai felice e le opere si devono fare, non disfare. Dopo di che, nel contratto di Governo è prevista l’analisi costi-benefici di alcuni interventi e io sono rispettoso dei patti con gli alleati. Anche perché qualche Grande Opera del passato onestamente ce la saremmo potuta risparmiare o avremmo potuto farla in modo diverso. Penso al Mose di Venezia, ad esempio».
La verifica verrà fatta anche per la Pedemontana?
«No, perché non ho alcun dubbio sul fatto che la Pedemontana porti più benefici che costi. E lo stesso vale per la Valdastico Nord e per il Tunnel del Brennero, tutte opere che vanno completate. La Pedemontana è un modello che andrebbe studiato, non contestato: non vedo l’ora di venire ad inaugurare i primi tratti e aprire i primi caselli».
Gli imprenditori del Nordest sono preoccupati dalla guerra con l’Europa e dalla crescita dello spread. Farete qualche correzione?
«Non siamo qua per fare la guerra a nessuno, la nostra manovra punta alla crescita e contiamo di portarla a casa anche nell’interesse di chi fa impresa. Una cosa è sicura: non si tocca, non si cambia una virgola. Basti pensare che uno dei principali temi di critica della letterina di Bruxelles è la revisione della legge Fornero, che è invece un mio preciso impegno morale. Forse a Bruxelles non hanno capito bene: non faccio marcia indietro nemmeno se me lo chiede Gesù Bambino».
E lo spread?
«Nella stessa giornata sale e scende di 40 punti, non incide sul piccolo risparmiatore ma su qualche grande speculatore. L’Italia è forte e ha le spalle larghe, ce la faremo. La crescita e il lavoro sono la nostra priorità, ci batteremo in Europa per questo».
Con Zaia commissario, magari all’Agricoltura?
«Nomi non ne faccio ma Renzi ha nominato un fantomatico ministro degli Esteri di cui subito si sono perse le tracce, noi, ripeto, nomineremo qualcuno che si occuperà di lavoro».
Approva il gesto della scarpa dell’eurodeputato Ciocca?
«Io lavoro con gli atti e con i fatti, le scarpe me le tengo ai piedi che è anche meglio».
E se alla salita dello spread corrispondesse una nuova stretta creditizia?
«Il problema non è all’ordine del giorno ma se qualche banca o impresa avrà bisogno di noi, noi ci saremo. Intanto nella manovra c’è più di un miliardo di euro per i risparmiatori truffati».
La legge sulla legittima difesa, ispirata da casi come quelli di Stacchio e Birolo, sta muovendo i primi passi. Non si rischia il far west?
«No. Dalle pistole elettriche alle assunzioni dei poliziotti abbiamo fatto molto in cinque mesi sul fronte della sicurezza e la legge sulla legittima difesa è un altro passo avanti. I delinquenti devono sapere che i cittadini perbene ora possono difendersi».
L’intervista al vicepremier
A Fieracavalli il leader della Lega benedice l’asse dei presidenti del Nord ma spiega: «Dialogo con tutti, dalla Svp alle Regioni del Sud»