Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Mi suicido perché il mondo odia la natura»

- Gioli

BELLUNO Una folla commossa ai funerali, ieri, di Patrick Bogo, 18 anni morto sul Passo Giau. Il padre ha letto il messaggio lasciato dal giovane: «Mondo che distrugge la natura, non voglio viverci».

BELLUNO «Per ricordare Patrick nel modo che a lui piacerebbe, fate un piccolo gesto: prendete una piantina, chiamatela Patrick, tenetela vicino a voi e datele da bere ogni giorno. Così lui crescerà con voi». Sono parole delicate quelle che Michele Bogo, il padre di Patrick, proferisce al termine della semplice ma toccante cerimonia di addio che ieri pomeriggio ha raccolto nel duomo di Belluno parenti, amici, compagni di classe, insegnanti del ragazzo diciottenn­e che ha perso la vita giovedì scorso sul Passo Giau. Non è stata una tragica fatalità: Patrick si è tolto la vita, e ha voluto spiegare il suo gesto in un video registrato con il suo telefonino, prima di lanciarsi nel vuoto. Un testamento che suo padre ha voluto leggere durante la cerimonia: «Non mi sento di appartener­e a questo mondo – sono le parole d’addio di Patrick – in cui non vedo nulla di buono. Vedo gli uomini come macchine egoiste che distruggon­o la natura per interessi personali. Io non voglio vivere in un mondo così e non potrei vivere in un mondo diverso, perché così lo abbiamo creato nei secoli».

Patrick ha scelto di togliersi la vita per un ideale. Il suo amore per la natura lo ha spinto ad un gesto senza ritorno. Ma nelle sue parole non c’è traccia di rabbia o rancore: «Quando ho guardato il video non ho capito subito quello che Patrick intendeva dirci. Ho avuto una reazione di rabbia. Ma mio figlio aveva una sensibilit­à particolar­e - ricorda suo padre – si sentiva parte della natura e alla natura ha voluto tornare. Nel video non ha un sussulto, era perfettame­nte consapevol­e di ciò che faceva».

Nessuna salma presente in chiesa, solo una bella foto di Patrick sorridente in sella alla sua amata moto. «In questo momento ci facciamo tante domande – ha ricordato don Attilio nell’omelia – ma Patrick ci insegna che per esser vivi nel cuore degli altri bisogna amare. E io chiedo a voi ragazzi di essere sale e luce, di assaporare la vita ogni giorno. Perché voi non siete i vostri sbagli, ma siete tutte le cose belle che avete nel cuore».In un’atmosfera così particolar­e, anche i ringraziam­enti non potevano che essere speciali, rivolti alle squadre di soccorso: «Un grazie a tutte le persone che si sono spese alla ricerca di Patrick - ha detto Michele Bogo –, ho conosciuto persone eccezional­i». Ed infine, una dedica particolar­e, lì dove tutto è iniziato: «Patrick ha imparato ad amare la natura anche durante i campeggi a Pralongo, ed è lì che abbiamo deciso di devolvere tutte le offerte che saranno raccolte».

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Patrick Bogo in sella alla sua moto

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