Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Fumo e ceneri fino a Venezia e nel Trevigiano
Alla centralina Arpav di Mansuè, nel Trevigiano, i valori delle Pm10 sono improvvisamente schizzati a quota 142 microgrammi per metro cubo d’aria, quasi tre volte oltre il limite di legge. Alla stessa ora i sensori collocati in viale Lancieri di Novara, a Treviso, hanno raggiunto i 106 microgrammi, gli stessi rilevati a Venezia, al Parco Bissuola. Erano le 21 di mercoledì quando la nube sprigionata dall’incendio ha sorvolato la Marca e il Veneziano impregnando l’aria di polveri sottili, ossia di smog. Nel contempo, una pioggia di cenere ha cominciato a cadere per decine di chilometri, fino a raggiungere il capoluogo lagunare. Un fenomeno preannunciato, tre ore prima, dal colore giallastro assunto dal cielo a causa dei forti venti in quota. Paradossalmente, proprio la pianura e il litorale veneto sono state le zone più interessante ad eccezione, ovviamente, dell’Agordino - dalla caduta di ceneri e polveri, mentre Belluno, Feltre, Conegliano e Vittorio Veneto non hanno accusato impennate, o comunque hanno subito oscillazioni limitate. È il motivo per cui le analisi sono state concentrate sui Comuni di Taibon Agordino e Agordo, prossimi al rogo, dove l’Arpav ha effettuato campionamenti alla ricerca di eventuali composti organici e altri microinquinanti: i risultati saranno pronti a giorni. Più a sud, in pianura, però, la nube si è abbassata fino al punto da risultare «visibile» alle centraline. «Ma non c’è mai stato rischio per la popolazione» assicura Salvatore Patti, dell’Osservatorio dell’aria dell’Agenzia Regionale per la Protezione ambientale. «Il picco di polveri sostiene - è normale a tarda sera e di notte. Certo, l’incendio ha contribuito ad alimentarne la concentrazione ma le ceneri prodotte dagli incendi boschivi sono grossolane». Nella giornata di ieri i valori sono scesi a livelli minimi: merito del vento, che ha cambiato direzione. Mentre il maltempo in arrivo dissolverà ogni traccia della nube. (s.ben.)