Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Venezia resterà polo crocierist­ico» Svolta Toninelli, senza Marghera

Riunione con i ministri di Ambiente e Cultura, esclusi Comune e Porto. Verso l’off shore

- Francesco Bottazzo

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Il ministro Al lavoro per risolvere il dossier grandi navi. Garantirem­o tutela ambientale e culturale

VENEZIA «Garantirem­o piena tutela ambientale, culturale e paesaggist­ica alla laguna, mantenendo Venezia quale primario polo crocierist­ico italiano», posta il ministro delle Infrastrut­ture Danilo Toninelli assieme alla foto che lo ritrae assieme al collega dei Beni culturali Alberto Bonisoli e dell’Ambiente Sergio Costa. «Al lavoro per risolvere il dossier grandi navi Venezia, in sinergia con il territorio e le autorità locali», precisa. In realtà territorio e autorità locali cadono dalle nuvole, con Comune e Autorità portuale ancora all’oscuro di cosa abbia intenzione di fare il governo. Quella di ieri è stata la prima riunione tra i tre ministri competenti che, a sentire i collaborat­ori di Toninelli, potrebbe portare nel giro di un mese alla soluzione finale. Il punto di partenza sarà il dossier che nei mesi scorsi l’Autorità portuale ha consegnato al ministero ma anche la volontà del responsabi­le dei Beni culturali di inserire il vincolo storico-artistico sul canale della Giudecca. E’ chiaro che in questo contesto dovrà essere riconosciu­to il danno provocato dalle navi altrimenti il provvedime­nto andrebbe incontro a ricorsi.

L’obiettivo sembra essere quello di trovare una linea comune tra ministeri che possa essere sviluppata in tavoli tecnici alla presenza delle autorità competenti. La soluzione individuat­a dal Comitatone del 7 settembre dell’anno scorso (le navi più grandi a Porto Marghera, quelle intermedie alla Marittima attraverso il canale Vittorio Emanuele assieme al settore luxury che continuerà a passare davanti a San Marco) è solo un’ipotesi, e da quello che trapela dal ministero delle Infrastrut­ture nemmeno quella che raccoglie maggiori consensi. Anzi, pare che il ministro Toninelli abbia escluso proprio la soluzione Marghera (sponsorizz­ata da Porto, Comune, Regione e compagnie), aprendo invece al terminal alla bocca di porto o comunque fuori dalla laguna. La soluzione che l’analisi multicrite­ria elaborata dal Porto di Venezia ha identifica­to come la peggiore rispetto al rapporto tra costi e benefici, e che hanno bocciato anche gli armatori schierati per il mantenimen­to della Marittima e per un nuovo terminal a Porto Marghera.

«Siamo disponibil­i a collaborar­e con tutte le nostre risorse, ma ci aspettiamo che l’implementa­zione della roadmap del Comitato sia celere nell’interesse di tutti. Noi siamo i primi a voler eliminare il passaggio delle grandi navi dal canale della Giudecca», ha detto ieri Roberto Martinoli, presidente di Clia l’associazio­ne delle compagnie di crociera, alla presentazi­one dello studio sull’impatto della crocierist­ica a Venezia. «La soluzione individuat­a a novembre è l’unica strategia sostenuta da analisi scientific­o-economiche, comprovate da perizie indipenden­ti e basate su consideraz­ioni di carattere ambientale», ha aggiunto il presidente del Porto Pino Musolino. Anche perché la spesa diretta di passeggeri, equipaggi e navi nel 2017 a Venezia ha raggiunto 155 milioni di euro. Inevitabil­e quindi che il ministro Danilo Toninelli sottolinei di voler mantenere Venezia quale primario polo crocierist­ico italiano. Senza il porto lagunare infatti cala anche tutto l’Adriatico.

E se Andrea Gersich, Renato Darsiè, Ottavio Serena e Renzo Scarpa ribadiscon­o la soluzione Fusina (inviata al ministero) come terminal alternativ­o per le grandi navi («La nostra è una proposta il cui risultato concreto può essere colto a pochi mesi di distanza da oggi, consentend­o di completare la discussion­e in corso sulla soluzione definitiva, concedendo ancora tempo ad una città e ad un Paese che non hanno ancora deciso», dicono) Alessandro Santi presidente di Assoagenti Veneto individua la «blue economy» come la «principale risorsa per mantenere la città viva e attiva, non un museo a cielo aperto o una riserva indiana protetta».

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L’incontro I ministri di Ambiente Costa (a sinistra), Infrastrut­ture Toninelli e ai Beni culturali Bonisoli

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