Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Venezia resterà polo crocieristico» Svolta Toninelli, senza Marghera
Riunione con i ministri di Ambiente e Cultura, esclusi Comune e Porto. Verso l’off shore
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Il ministro Al lavoro per risolvere il dossier grandi navi. Garantiremo tutela ambientale e culturale
VENEZIA «Garantiremo piena tutela ambientale, culturale e paesaggistica alla laguna, mantenendo Venezia quale primario polo crocieristico italiano», posta il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli assieme alla foto che lo ritrae assieme al collega dei Beni culturali Alberto Bonisoli e dell’Ambiente Sergio Costa. «Al lavoro per risolvere il dossier grandi navi Venezia, in sinergia con il territorio e le autorità locali», precisa. In realtà territorio e autorità locali cadono dalle nuvole, con Comune e Autorità portuale ancora all’oscuro di cosa abbia intenzione di fare il governo. Quella di ieri è stata la prima riunione tra i tre ministri competenti che, a sentire i collaboratori di Toninelli, potrebbe portare nel giro di un mese alla soluzione finale. Il punto di partenza sarà il dossier che nei mesi scorsi l’Autorità portuale ha consegnato al ministero ma anche la volontà del responsabile dei Beni culturali di inserire il vincolo storico-artistico sul canale della Giudecca. E’ chiaro che in questo contesto dovrà essere riconosciuto il danno provocato dalle navi altrimenti il provvedimento andrebbe incontro a ricorsi.
L’obiettivo sembra essere quello di trovare una linea comune tra ministeri che possa essere sviluppata in tavoli tecnici alla presenza delle autorità competenti. La soluzione individuata dal Comitatone del 7 settembre dell’anno scorso (le navi più grandi a Porto Marghera, quelle intermedie alla Marittima attraverso il canale Vittorio Emanuele assieme al settore luxury che continuerà a passare davanti a San Marco) è solo un’ipotesi, e da quello che trapela dal ministero delle Infrastrutture nemmeno quella che raccoglie maggiori consensi. Anzi, pare che il ministro Toninelli abbia escluso proprio la soluzione Marghera (sponsorizzata da Porto, Comune, Regione e compagnie), aprendo invece al terminal alla bocca di porto o comunque fuori dalla laguna. La soluzione che l’analisi multicriteria elaborata dal Porto di Venezia ha identificato come la peggiore rispetto al rapporto tra costi e benefici, e che hanno bocciato anche gli armatori schierati per il mantenimento della Marittima e per un nuovo terminal a Porto Marghera.
«Siamo disponibili a collaborare con tutte le nostre risorse, ma ci aspettiamo che l’implementazione della roadmap del Comitato sia celere nell’interesse di tutti. Noi siamo i primi a voler eliminare il passaggio delle grandi navi dal canale della Giudecca», ha detto ieri Roberto Martinoli, presidente di Clia l’associazione delle compagnie di crociera, alla presentazione dello studio sull’impatto della crocieristica a Venezia. «La soluzione individuata a novembre è l’unica strategia sostenuta da analisi scientifico-economiche, comprovate da perizie indipendenti e basate su considerazioni di carattere ambientale», ha aggiunto il presidente del Porto Pino Musolino. Anche perché la spesa diretta di passeggeri, equipaggi e navi nel 2017 a Venezia ha raggiunto 155 milioni di euro. Inevitabile quindi che il ministro Danilo Toninelli sottolinei di voler mantenere Venezia quale primario polo crocieristico italiano. Senza il porto lagunare infatti cala anche tutto l’Adriatico.
E se Andrea Gersich, Renato Darsiè, Ottavio Serena e Renzo Scarpa ribadiscono la soluzione Fusina (inviata al ministero) come terminal alternativo per le grandi navi («La nostra è una proposta il cui risultato concreto può essere colto a pochi mesi di distanza da oggi, consentendo di completare la discussione in corso sulla soluzione definitiva, concedendo ancora tempo ad una città e ad un Paese che non hanno ancora deciso», dicono) Alessandro Santi presidente di Assoagenti Veneto individua la «blue economy» come la «principale risorsa per mantenere la città viva e attiva, non un museo a cielo aperto o una riserva indiana protetta».