Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Pressing di Clia: le navi portano 155 milioni di euro Spesa già calata di un quarto
VENEZIA Ogni giorno che arriva almeno una crociera a Venezia, passeggeri, equipaggi e navi spendono 676 mila euro. Tanti per una città che ha perso una dopo l’altra imprese e aziende: 155 milioni di euro nel solo 2017 che rappresentano il tre per cento del Pil dell’economia di Venezia. Anche perché i crocieristi mediamente spendono più degli altri turisti e sono più controllabili — sottolinea il presidente di Clia Italia, l’associazione delle compagnie di crociera, Roberto Martinoli — si sa quando arrivano e quando partono.
E’ l’impatto della crocieristica sulla città fotografato dallo studio realizzato da Risposte Turismo per Clia. Eppure l’anno scorso è stato l’anno peggiore per il porto lagunare con un milione 417 mila passeggeri (21,4 per cento in meno rispetto al picco del 2013) e 466 toccate navi (-15%). Rispetto a cinque anni fa, quando sono cominciate polemiche e limitazioni (volontarie) dopo l’incidente della Costa crociere all’isola del Giglio e l’introduzione del desanti) creto Clini-Passera, la spesa diretta complessiva è calata di 45 milioni, mentre il giro di affari totale si è ridotto di 123 milioni. Tra l’altro, le difficoltà di Venezia si ripercuotono su tutto l’Adriatico visto che dai cinque milioni di passeggeri raggiunti nel 2013 si scende ai 4,7 dell’anno passato. E naturalmente le ricadute (pe- su ripercuoto anche su altri settori, dal traffico del people mover ai servizi bagagli e portuali. «I numeri dimostrano che la nostra industria ha moltiplicatori importanti, specialmente negli home port come Venezia, che infatti produce effetti economici significativi sull’indotto della città, del territorio circostante, ma anche su un territorio vasto dell’Adriatico», commenta il presidente di Clia Italia Martinoli. L’arrivo delle navi a Venezia secondo l’analisi genera infatti un impatto economico positivo per l’Italia pari a 400 milioni di euro, creando più di quattromila posti di lavoro stabili. E tutto questo nonostante le difficoltà che in questi anni la crocieristica ha subito con la diminuzione del numero totali di navi (passate dalle 548 del 2013 alle 466 dell’anno scorso) ma anche dell’offerta (in laguna entrano le crociere più piccole e più vecchie). Un’inversione c’è stata nei primi mesi del 2018, grazie all’aumento del grado di occupazione delle crociere. Il presidente dell’Autorità di sistema portuale di Venezia e Chioggia Pino Musolino stima che a fine anno possano ar arrivare a oltre un milione e mezzo. «Sono l’unico presidente di un porto — ha detto ieri alla presentazione dello studio — che deve vergognarsi di fare più traffico. Dobbiamo invece celebrare la vittoria di tutti, della città, del terminale, dei lavoratori e delle compagnie».