Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Stranieri, che fatica diventare italiani raddoppia l’attesa della cittadinanza
Nel Comune sono il 14 per cento, metà cattolici. Bangladesh, la comunità in testa
VENEZIA Sempre più difficile diventare cittadini italiani: per gli stranieri che vivono in Veneto e in provincia di Venezia l’acquisizione della nazionalità è un percorso a ostacoli. Lo dice il Dossier Statistico Immigrazioni del centro ricerche Idos presentato ieri a Mestre da Gianfranco Bonesso del servizio Immigrazione del Comune, Don Bruno Baratto direttore dell’Ufficio Migrantes di Treviso e Gloria Albertini, ricercatrice del Cestim di Verona.
In Italia lo scorso anno è stata concessa la cittadinanza a 146.605 persone, in Veneto sono stati 20.662, in calo rispetto allo scorso anno, riferisce Albertini. E anche a Venezia è visibile la tendenza: nel Comune sono state 817 (contro le 985 del 2016 e le 851 del 2015) e nella prima parte del 2018 sono 654. «Non sappiamo perché, visto che le domande sono ovunque in crescita – spiega don Baratto – L’unica ipotesi è che ci sia qualche problema di tipo amministrativo. E ci sarà sempre di più perché se oggi l’iter dura due anni, col decreto sicurezza dello scorso 5 ottobre, i tempi di istruttoria raddoppiano e passano a 4 anni». Si tratta del decreto Salvini, che entro il 4 dicembre dovrà essere convertito. Nel calo di concessioni della cittadinanza italiana c’è anche un andamento legato alle sanatorie concesse negli anni passati, sottolinea Bonesso. Probabilmente negli ultimi ventiquattro mesi si sta smaltendo la coda dei due decreti flussi del 2006 che regolarizzarono 400mila migranti e tra due anni inizieranno a vedersi gli effetti delle 300mila regolarizzazioni del 2009. Coloro che diventano cittadini italiani ovviamente escono dalla statistica degli stranieri residenti, il cui numero è in leggero aumento: sono 487.893 in Veneto (con il 9,9% della popo- lazione migrante è al quarto posto in Italia dopo Lombardia, Lazio ed Emilia); nella provincia veneziana sono 84.710 (più 2,4% rispetto al 2016; il 9,9% sul totale della popolazione) e nel comune capoluogo al 22 ottobre scorso erano 37.490 di 140 diverse nazionalità, in crescita rispetto al 2017 (36.048 stranieri residenti al 31 dicembre) e rispetto al 2016 (34.472). Insomma, in città il numero di stranieri cresce al ritmo di 1.500 persone ogni anno. L’83% abita in terraferma, tra Mestre e Carpenedo sono 15.838, dove il 18% dei residenti è straniero e Marghera la percentuale sale al 22% ( 6.499 persone). La stragrande maggioranza è di religione cattolica (circa il 52%) e arriva dall’Est Europa: 5.905 dalla Romania (più 6,12% in dodici mesi), 4.333 dalla Moldavia (più 3,5%), 2566 dall’Ucraina; la comunità più numerosa è quella del Bangladesh che con 6.497 persone è cresciuta in un anno del 12,4%. I nigeriani sono quasi quanti i vigili veneziani: 438. Ma c’è una nuova ondata migratoria emergente e arriva dal Venezuela, paese nel caos sotto la presidenza Maduro. «Ti uccidono per un cellulare, non c’è da mangiare, i negozi sono chiusi e gli ospedali non hanno neanche le medicine – testimonia Linnys, 26 anni, laureata in relazioni internazionali ospitata al Buon Pastore nel progetto Sprar Sono andata a piedi dalla mia città, Barinas, fino in Colombia e da lì sono arrivata a Venezia. Ho imparato l’italiano a Ca’ Foscari e oggi lavoro in centro storico. La situazione nel mio paese è drammatica e molti stanno scappando».