Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Bobo Vieri debutta da dj alla «Storya»
Il debutto alla consolle a Padova. «Ho sempre amato la musica»
È stato osannato in nazionale, i tifosi dell’Inter ce l’hanno ancora nel cuore nonostante abbia appeso le scarpette al chiodo, ma la sua fama continua ad essere più in auge che mai per il proprio modo di essere. Su Instagram ha 1,9 milioni di follower, tra un mese sarà papà e nel frattempo, a 45 anni, ha deciso di scrivere una nuova pagina della propria vita: da oggi l’ex bomber del calcio è «Bobo dj» e per l’esordio ha scelto la discoteca Storya di Padova affiancato dal produttore e dj Luca Cassani, dalla vocalist Lara Caprotti e dal trombettista Stefano Serafini. «Ho sempre fatto ciò che mi diverte e continuerò – spiega Bobo Vieri – se a 18 anni giocavo negli stadi davanti a decine di migliaia di persone, non mi spaventa certo esibirmi ora in discoteca». Come nasce questa idea?
«Questa estate Fox (Andrea Guidi, direttore del Pineta di Milano Marittima, ndr) ha iniziato a dirmi che potevo fare il dj ma praticamente lo ignoravo».
Poi cosa è successo?
«La decisione è nata alla discoteca Ushuaia di Ibiza, dove suonava l’amico Andrea Oliva. Sono andato in console, la gente che mi conosceva ha iniziato a urlare “Bobo dance”, li sono deciso».
Sapeva già maneggiare un mixer?
«No, ho studiato molto, ma prima è stato costruito un progetto attorno a questa novità: non ci sono solo io a suonare, sono affiancato da un team che include vocalist, trombettista, produttore e dj che vedrete appunto allo Storya di Padova».
Quindi ora parliamo di «Bobo dj»? «Certo, è due mesi che prendo lezioni: mettere, togliere, mille bottoni: un bordello. All’inizio andavo a dormire col mal di testa. È stata dura partire da zero ma ora ho imparato un po’ di cose».
Musica e dj preferiti?
«Il genere house, i miei dj preferiti sono i Luciano e Andrea Oliva».
Ci sono affinità tra calcio e musica? «Quando mi riscaldavo prima della partita ascoltavo sempre musica, mondi diversi ma la musica c’è sempre stata per me. Come nel calcio ci vuole concentrazione, passione, allenamento e studio per diventare bravo».