Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Dopo l’incendio, la pioggia Allerta rossa nel Bellunese
Invito del prefetto, allarme della Regione: sulla pedemontana cadranno 400 millimetri in 72 ore
BELLUNO Dalle fiamme alla pioggia torrenziale. Saranno proprio le Alpi e la Pedemontana bellunese, le zone più colpite dalla perturbazione che imperverserà nel fine settimana. I sindaci sospenderanno le manifestazioni all’aperto.a
BELLUNO Le stesse zone che hanno visto, nemmeno 72 ore fa, la devastazione dell’incendio, con circa 900 (è l’ultima stima) ettari danneggiati, vedranno ora cadere pioggia senza tregua, per almeno tre giorni. Dalle fiamme al diluvio. C’è un che di biblico nella sorte dell’Agordino in questo folle autunno, e il passaggio di testimone tra la siccità prolungata (il Bellunese è l’area del Veneto che ha visto il minor quantitativo di precipitazioni, da settembre a questa parte, con un deficit di oltre l’80% rispetto alla media di riferimento) a una forte e duratura perturbazione non è da sottovalutare. Così ieri, al vertice convocato in prefettura si è finito per parlare, più dell’incendio che ora appare domato, quasi esclusivamente di quanto cadrà dal cielo nel fine settimana. I modelli previsionali segnalano criticità su tutta la provincia, con picchi di quattrocento millimetri su Alpi e Pedemontana a confine con il Friuli Venezia Giulia. Zone piovosissime, specie in autunno e soggette all’effetto stau (in tedesco significa «ristagno») ossia alla formazione continua di nubi in grado di portare pioggia sui versanti delle montagne. Ma si tratta pur sempre di quantitativi che corrispondono, in pianura, all’equivalente delle precipitazioni che normalmente cadono in due - tre mesi.
Il bollettino giornaliero dell’Arpav dedica in via eccezionale una nota anche ai comuni di Taibon, Cencenighe e Agordo, nel cui territorio sono attesi dai 250 ai 300 millimetri di pioggia. L’area è monitorata dalla protezione civile, che sempre ieri ha diramato, tramite la Regione, l’allerta rossa per i bacini dell’Alto Piave e del Piave Pedemontano (province di Belluno e di Treviso) per quanto riguarda la rete idraulica secondaria (dunque i torrenti) e il pericolo geologico (dunque le frane). Per i corsi d’acqua principali, l’allerta è arancione.
Perché l’area colpita dall’incendio è così a rischio? «L’assenza di alberi, lo choc che ha subito il terreno, ora secco e riarso potrebbe non drenare l’acqua - spiega il presidente della Provincia, Roberto Padrin - tutte le squadre della protezione civile a nostra disposizione saranno messe in campo». A ciò si aggiunge anche la quota neve particolarmente alta per il periodo (oltre i duemila metri), a causa della ventilazione meridionale. Ciò farà gonfiare ancora di più i corsi d’acqua, anche se non è escluso qualche fiocco attorno ai 1.500 metri nella giornata di lunedì.
Il tavolo messo in campo dalla prefettura rimarrà aperto a tempo indeterminato fino a fine peggioramento, con aggiornamenti giornalieri. Un bollettino meteo verrà diramato ogni sei ore. La direttiva prefettizia, ma saranno i singoli sindaci ad avere l’ultima parola, è quella di annullare tutte le manifestazioni all’aperto. Al momento è certo che salterà il rally di Santa Giustina, in programma da oggi, un evento che era organizzato da quasi un anno. Si ipotizza, in caso di necessità, anche la chiusura delle scuole, una decisione da prendere, eventualmente, per la mattinata di lunedì.
Quanto al resto, «ogni Comune dovrà fare quanto di sua competenza - avverte il prefetto Francesco Esposito -. Saranno necessari interventi preventivi per controllare situazioni di criticità, dal controllo dei tombini e delle caditoie, alla rimozione dei rami in strada.Purtroppo le previsioni sono molto severe, e si renderà necessario un continuo monitoraggio dei corsi d’acqua attraverso genio civile, servizio forestale, protezione civile».
Non mancano, però, le voci critiche: «Avrei preferito una linea più chiara - lamenta il sindaco di Calalzo, nonché parlamentare di Fratelli d’Italia, Luca De Carlo - in queste situazioni non va lasciata la totale responsabilità ai sindaci. Serve una gestione unitaria, la sicurezza è la prima cosa da tutelare: le manifestazioni dovevano essere bloccate dal prefetto, tutte quante».
L’allerta meteo per i prossimi giorni non riguarderà solo il Bellunese. «Attenzione anche sul Grappa, in particolare sul versante trevigiano e nell’Alto Vicentino - avvisa Marco Rabito, previsore e responsabile del sito Serenissima Meteo - anche se le condizioni di partenza non fanno pensare a eventi alluvionale un simile quantitativo di pioggia preoccupa nelle zone più esposte al rischio idrogeologico. Nel Veneto occidentale potrebbero soffrire la valle dell’Agno e del Leogra, soggette a frane e smottamenti». Occhi puntati anche sul Veronese, in particolare sulla Valpolicella, flagellata da un nubifragio a inizio ottobre.
Calamità naturali
Si valuta la chiusura delle scuole nella giornata di lunedì. I Comuni sono allertati: dovranno fare prevenzione sulla rete idrica
"Padrin Il terreno secco, senza alberi è pericoloso