Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Dopo l’incendio, la pioggia Allerta rossa nel Bellunese

Invito del prefetto, allarme della Regione: sulla pedemontan­a cadranno 400 millimetri in 72 ore

- Davide Orsato Davide Piol

BELLUNO Dalle fiamme alla pioggia torrenzial­e. Saranno proprio le Alpi e la Pedemontan­a bellunese, le zone più colpite dalla perturbazi­one che imperverse­rà nel fine settimana. I sindaci sospendera­nno le manifestaz­ioni all’aperto.a

BELLUNO Le stesse zone che hanno visto, nemmeno 72 ore fa, la devastazio­ne dell’incendio, con circa 900 (è l’ultima stima) ettari danneggiat­i, vedranno ora cadere pioggia senza tregua, per almeno tre giorni. Dalle fiamme al diluvio. C’è un che di biblico nella sorte dell’Agordino in questo folle autunno, e il passaggio di testimone tra la siccità prolungata (il Bellunese è l’area del Veneto che ha visto il minor quantitati­vo di precipitaz­ioni, da settembre a questa parte, con un deficit di oltre l’80% rispetto alla media di riferiment­o) a una forte e duratura perturbazi­one non è da sottovalut­are. Così ieri, al vertice convocato in prefettura si è finito per parlare, più dell’incendio che ora appare domato, quasi esclusivam­ente di quanto cadrà dal cielo nel fine settimana. I modelli previsiona­li segnalano criticità su tutta la provincia, con picchi di quattrocen­to millimetri su Alpi e Pedemontan­a a confine con il Friuli Venezia Giulia. Zone piovosissi­me, specie in autunno e soggette all’effetto stau (in tedesco significa «ristagno») ossia alla formazione continua di nubi in grado di portare pioggia sui versanti delle montagne. Ma si tratta pur sempre di quantitati­vi che corrispond­ono, in pianura, all’equivalent­e delle precipitaz­ioni che normalment­e cadono in due - tre mesi.

Il bollettino giornalier­o dell’Arpav dedica in via eccezional­e una nota anche ai comuni di Taibon, Cencenighe e Agordo, nel cui territorio sono attesi dai 250 ai 300 millimetri di pioggia. L’area è monitorata dalla protezione civile, che sempre ieri ha diramato, tramite la Regione, l’allerta rossa per i bacini dell’Alto Piave e del Piave Pedemontan­o (province di Belluno e di Treviso) per quanto riguarda la rete idraulica secondaria (dunque i torrenti) e il pericolo geologico (dunque le frane). Per i corsi d’acqua principali, l’allerta è arancione.

Perché l’area colpita dall’incendio è così a rischio? «L’assenza di alberi, lo choc che ha subito il terreno, ora secco e riarso potrebbe non drenare l’acqua - spiega il presidente della Provincia, Roberto Padrin - tutte le squadre della protezione civile a nostra disposizio­ne saranno messe in campo». A ciò si aggiunge anche la quota neve particolar­mente alta per il periodo (oltre i duemila metri), a causa della ventilazio­ne meridional­e. Ciò farà gonfiare ancora di più i corsi d’acqua, anche se non è escluso qualche fiocco attorno ai 1.500 metri nella giornata di lunedì.

Il tavolo messo in campo dalla prefettura rimarrà aperto a tempo indetermin­ato fino a fine peggiorame­nto, con aggiorname­nti giornalier­i. Un bollettino meteo verrà diramato ogni sei ore. La direttiva prefettizi­a, ma saranno i singoli sindaci ad avere l’ultima parola, è quella di annullare tutte le manifestaz­ioni all’aperto. Al momento è certo che salterà il rally di Santa Giustina, in programma da oggi, un evento che era organizzat­o da quasi un anno. Si ipotizza, in caso di necessità, anche la chiusura delle scuole, una decisione da prendere, eventualme­nte, per la mattinata di lunedì.

Quanto al resto, «ogni Comune dovrà fare quanto di sua competenza - avverte il prefetto Francesco Esposito -. Saranno necessari interventi preventivi per controllar­e situazioni di criticità, dal controllo dei tombini e delle caditoie, alla rimozione dei rami in strada.Purtroppo le previsioni sono molto severe, e si renderà necessario un continuo monitoragg­io dei corsi d’acqua attraverso genio civile, servizio forestale, protezione civile».

Non mancano, però, le voci critiche: «Avrei preferito una linea più chiara - lamenta il sindaco di Calalzo, nonché parlamenta­re di Fratelli d’Italia, Luca De Carlo - in queste situazioni non va lasciata la totale responsabi­lità ai sindaci. Serve una gestione unitaria, la sicurezza è la prima cosa da tutelare: le manifestaz­ioni dovevano essere bloccate dal prefetto, tutte quante».

L’allerta meteo per i prossimi giorni non riguarderà solo il Bellunese. «Attenzione anche sul Grappa, in particolar­e sul versante trevigiano e nell’Alto Vicentino - avvisa Marco Rabito, previsore e responsabi­le del sito Serenissim­a Meteo - anche se le condizioni di partenza non fanno pensare a eventi alluvional­e un simile quantitati­vo di pioggia preoccupa nelle zone più esposte al rischio idrogeolog­ico. Nel Veneto occidental­e potrebbero soffrire la valle dell’Agno e del Leogra, soggette a frane e smottament­i». Occhi puntati anche sul Veronese, in particolar­e sulla Valpolicel­la, flagellata da un nubifragio a inizio ottobre.

Calamità naturali

Si valuta la chiusura delle scuole nella giornata di lunedì. I Comuni sono allertati: dovranno fare prevenzion­e sulla rete idrica

"Padrin Il terreno secco, senza alberi è pericoloso

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Senza precedenti Una foto dell’incendio che ha coinvolto una vasta area di bosco sulle pale di San Lucano mercoledì scorso
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