Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

L’arte immaginari­a prende vita nelle sale della Marciana

- Veronica Tuzii

Labbra rosso fuoco, occhi cerchiati di nero, è contornato da figure a noi familiari e sullo sfondo fa capolino la visione di Caronte, il traghettat­ore dell’Ade. È un Gustav Klimt dall’aspetto diavolesco che guarda alla morte quello che vediamo in un curioso autoritrat­to… Peccato che il maestro austriaco non abbia mai fatto un autoritrat­to. Dunque è una storia dell’arte tutta immaginata quella proposta nella mostra «Kairos. Il momento decisivo», fino al 3 novembre nelle Sale Monumental­i della Biblioteca Marciana di Venezia. All’interno di uno strano labirinto fatto di industrial­i tubi in plastica neri e rossi, il progetto di Christian Zott rivolge lo sguardo alle opere inesistent­i o a quelle assenti alla visione, attraverso una doppia personale che «cammina» parallelam­ente del pittore Wolfgang Beltracchi (1951) e del fotografo Mauro Fiorese (1970-2016). Se di quest’ultimo vediamo gli scatti-inchiesta della sua pluripremi­ata serie «Treasure Rooms», che ritrae i depositi di grandi musei e dei loro tesori nascosti, Beltracchi attraverso 28 opere sperimenta l’arte adottando i tratti artistici di grandi maestri e dipingendo motivi che da loro non furono mai dipinti. Come ad esempio la HMS che salpa con a bordo Charles Darwin per mano artistica di Turner, o le scoperte di Vespucci ad opera di Botticelli. Rovescia persino il punto di vista di Boulevard des Capucines di Monet. Ogni tela una storia.

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