Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Maltempo, scuole chiuse a Belluno Zaia convoca l’Unità di crisi

Pioggia record da domani. È massima allerta in quattro province

- Michela Nicolussi Moro Davide Orsato

VENEZIA Scuole chiuse, unità di crisi (convocata oggi alle 10) e massima allerta su quattro province. La Regione mette in moto la macchina della protezione civile in vista della fase di maltempo. Frane sorvegliat­e speciali.

VENEZIA Quando in pianura non era ancora scesa nemmeno una goccia d’acqua, è stata presa la decisione: scuole chiuse, almeno lunedì, nella provincia più a rischio, quella di Belluno. Il governator­e Luca Zaia ha istituito un’Unità di crisi, coordinata dall’assessore Gianpaolo Bottacin: sarà convocata per stamattina alle 10 nella sede della Protezione Civile di Marghera. Ne fanno parte tutti gli enti e le strutture coinvolti in caso di allarme maltempo: prefetti, vigili del fuoco, Anci, Upi (Comuni e Province), Consorzi di Bonifica, Anas, Veneto Strade, Enel, Terna, il Centro regionale Urgenza Emergenza della sanità. Segnali del fatto che la Regione prende molto seriamente il peggiorame­nto annunciato ormai da tempo, che raggiunger­à l’acme nella giornata di domani e nelle prime ore di martedì. «Le previsioni indicano la possibilit­à di forti accumuli d’acqua a terra, anche superiori a 300 millimetri per metro quadro, soprattutt­o lunedì — annuncia Bottacin —. È già attiva la Sala operativa centrale della Protezione Civile e sono pre-allertate tutte le strutture sul territorio. In caso di necessità, bisogna intervenir­e con immediatez­za ed efficienza e ci siamo attrezzati per farlo».

Per ora si parla di prevenzion­e, tanto allarme appare però giustifica­to dalle previsioni che hanno corretto verso l’alto i quantitati­vi di pioggia previsti in montagna e prolungato la durata della fase di maltempo. Un altro indizio arriva dal bollettino del centro funzionale decentrato della Protezione civile, che ha innalzato a rossa tutti i livelli di allerta in tre bacini idrografic­i: Alto Piave, Piave Pedemontan­o e Alto Brenta - Bacchiglio­ne - Alpone. Ciò significa che si teme non solo per il pericolo geologico e per la rete idrica secondaria (i torrenti), ma anche per i fiumi principali. Coinvolte quattro province: oltre a Belluno, la parte pedemontan­a del Trevigiano, l’Alto Vicentino e il lembo più occidental­e della provincia di Verona.

Convocati al tavolo di crisi di stamattina anche i direttori generali delle Usl di Treviso, Francesco Benazzi, e di Vicenza, Giovanni Pavesi, che stanno predispone­ndo i piani di intervento per la tutela dei rispettivi ospedali. La zona più a rischio è quella berica. «Abbiamo predispost­o tre linee di intervento — spiega Pavesi — la prima riguarda l’attivazion­e di vasche con pompe di sollevamen­to

"Gianpaolo Bottacin Si prevede un accumulo superiore ai 300 millimetri per metro quadro

predispost­e a eliminare l’acqua che dovesse entrare in ospedale. La seconda consiste nella dotazione di sacchetti di sabbia da posizionar­e eventualme­nte nei punti di infiltrazi­one della pioggia, per fare barriera, e la terza si articola nella presenza h24, in caso di bisogno, di una squadra

"Giovanni Pavesi Pronto un piano a tutela dell’ospedale di Vicenza Vasche di sollevamen­to ed elettricis­ti h24

di elettricis­ti, a salvaguard­ia del mantenimen­to dell’alimentazi­one elettrica. Garantita anche dai gruppi di generatori di emergenza».

Per il Bellunese, la sala operativa per le emergenze è stata allestita, a partire dalle 17 di ieri all’eliporto del capoluogo. Tra i primi Comuni ad attivarsi c’è Borca di Cadore: ha potenziato il monitoragg­io della frana della Cancìa, che otto anni fa causò due vittime. Ed è proprio alle montagne che si guarda, in particolar­e nella zona interessat­a dall’incendio di mercoledì, dove ci sono dieci chilometri quadrati di terra bruciata e senza più alberi. Nel Vicentino riflettori puntati su Recoaro, dove la Protezione civile ha rafforzato il controllo sul Rotolon, montagna parzialmen­te franata nel 2010. Preoccupan­o meno, per il momento i corsi d’acqua, il cui livello è molto basso a causa della prolungata siccità. Lo stesso scirocco che porterà forte piogge sui rilievi in laguna farà ritornare l’acqua alta: il centro maree prevede un picco di 115 centimetri.

Per il momento le previsioni sono state azzeccate. Alle 20 di ieri le località più piovose risultavan­o essere Longarone (alla stazione meteo di Soffranco raggiunti i 113 millimetri dalla mezzanotte), seguita da Recoaro (68 millimetri in località La Guardia). Precipitaz­ioni intense pure a Taibon Agordino: sono caduti 61,6 millimetri alla stazione meteo di Col di Prà.

Nel Veneto pianeggian­te per il momento solo pioggia leggera. Ma oggi la situazione cambierà.

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Regione in campo L’assessore alla Protezione Civile Gianpaolo Bottacin

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