Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Donazzan: «Allarme manutenzio­ni scriverò presto a giudice e prefetto»

La Regione scrive al giudice per chiamare in causa la multinazio­nale della chimica

- Martina Zambon

VENEZIA Donazzan sul piede di guerra contro la multinazio­nale Miteni. La «fabbrica dei veleni» ha portato i libri in tribunale, mossa che innesca una reazione a catena su tre fronti: occupazion­e, bonifiche e il delicato capitolo delle manutenzio­ni. «Chiederò alla multinazio­nale di assumersi le sue responsabi­lità - scandisce l’assessore regionale al Lavoro Elena Donazzan - tenuto conto che in questi mesi si è sempre sottratta dal tavolo in Regione. Sia chiaro che non se la può cavare portando i libri in tribunale. Lunedì scriverò al giudice del tribunale di Vicenza che segue l’istanza di fallimento e chiederò un incontro urgente con il prefetto proprio sul tema manutenzio­ni agli impianti. Va chiarita la responsabi­lità nella manutenzio­ne. E nella nota al giudice chiederò di valutare una chiamata in causa della proprietà proprio perché daremo al giudice gli elementi che dimostrano come la multinazio­nale, a parer nostro in modo sbagliato, ha sempre negato un rapporto diretto di responsabi­lità con Miteni Italia e quindi con il sito di Trissino». Porto Marghera insegna, le dismission­i dei grandi impianti chimici negli anni ‘90 sono state seguite con particolar­e attenzione visto che si tratta di un passaggio particolar­mente delicato in cui il rischio industrial­e tende ad aumentare. L’altro fronte, incandesce­nte, è quello dell’occupazion­e e una qualche consolazio­ne potrebbe arrivare dalle novità previste nel Def, vale a dire un prolungame­nto degli ammortizza­tori sociali in caso di fallimento. «Su questo e su altro stiamo discutendo con il ministero conclude Donazzan - tanto più che l’interlocuz­ione era iniziata con una proposta sul tavolo ben diversa, quella di nuovi investimen­ti. Il quadro ora è cambiato radicalmen­te». Si parla insistente­mente di ricollocaz­ione per i 122 dipendenti che il capogruppo del M5s in Regione, Manuel Brusco, segue passo passo: «Quella di Miteni è stata la cronaca di una morte annunciata. E, sperando di sbagliarci, ci aspettavam­o proprio quel che sta accadendo: chi ha inquinato tenta di svignarsel­a. Miteni deve presentare il

"Brusco Chi ha inquinato non pensi di svignarsel­a senza pagare

piano di bonifica e la scadenza dei due mesi previsti è questione di giorni». Il M5s, poi, ha chiesto ufficialme­nte, venerdì, alla Procura generale di Venezia di sollevare il tribunale di Vicenza e avocare a sé il fascicolo Miteni «Riteniamo spiega ancora Brusco, da sempre in prima linea sul fronte Pfaas - che si sia perso già troppo tempo. Chi ha sbagliato paghi. Si deve dare un segnale chiaro a chi compie reati ambientali e per i lavoratori, nell’ordine del giorno allegato alla relazione della commission­e di inchiesta la Regione, si assume l’impegno di tutelarli. L’assessore Donazzan è sul pezzo». Si tratta dello «scenario peggiore» per la parlamenta­re dem vicentina Daniela Sbrollini.

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Capogruppo Manuel Brusco capogruppo del M5s

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