Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

I misteri di Leonardo nel romanzo di Ferrio

«La Vergine delle rocce» e la lingua dei segni: il prossimo romanzo del vicentino Ferrio

- Di Francesca Visentin

C’è un mistero che accompagna l’arte di Leonardo e che ora in parte è stato svelato dalla studiosa Maria Pirulli. Leonardo conosceva così bene la lingua dei segni, quella usata dai sordi, da firmare con questi simboli la prima versione della Vergine delle Rocce (quella del 1485 oggi conservata al Louvre, di cui esiste anche un’altra copia alla National Gallery di Londra). Una teoria che già in passato qualcuno aveva ipotizzato, ma che ora Maria Pirulli ha dimostrato (anche con studi di neuroestet­ica) nel saggio La lingua dei segni nella Vergine delle rocce (Mimesis editore), presentato qualche giorno fa a Padova.

Simboli, misteri, storia dell’arte, Rinascimen­to, ingredient­i dal fascino potente, che non solo hanno intrigato e trascinato la studiosa nella ricerca, ma hanno convinto lo scrittore e giornalist­a vicentino Stefano Ferrio a scrivere un romanzo a quattro mani sul caso della Vergine delle Rocce. Avventura e misteri, il libro uscirà nel 2019 per Skira. Si intitolerà L’ultimo messaggio di Leonardo, firmato da Ferrio con la stessa Maria Pirulli e promette d’inchiodare il lettore alla storia. Sulle orme di Dan Brown. Anche se il paragone non entusiasma gli autori.

«Dan Brown è stato bravo a vendere tante copie con un’idea modesta come il Codice Da Vinci. Si può fare meglio e con il nostro romanzo pensiamo di esserci riusciti». La fascinazio­ne di Maria Pirulli per il mistero della lingua dei segni nasce da lontagia. Nella foto grande «La Vergine delle rocce» conservata al Louvre Sopra, Maria Pirulli. Sotto, lo scrittore vicentino Stefano Ferrio no e in modo imprevisto. «Mi avevano affidato per educarlo un bimbo sordo profondo, che viveva in Istituto e non conosceva alcun tipo di linguaggio - rivela la ricercatri­ce - . Così per aiutarlo ho iniziato a studiare la lingua dei segni. E sono stata subito molto attratta da quel genere di simbolo-

"Ispirato dal saggio della studiosa Pirulli

In quel periodo stavo studiando anche arte sacra contempora­nea all’Accademia di Brera e subito per me è stato chiaro che Leonardo conosceva quel linguaggio». Poi l’intuizione ha trovato riscontri storici nell’amicizia di Leonardo a Firenze con Cristoforo De Predis, miniaturis­ta sordo, che appartenev­a alla famigliabo­ttega che ottenne la commission­e della Vergine delle Rocce, affidata come pittore a Leonardo. Ma perché Leonardo avrebbe dovuto utilizzare la lingua dei segni nei suoi dipinti? «I messaggi mai rivelati esplicitam­ente fanno parte della cultura del Rinascimen­to - spiega Maria Pirulli - e Leonardo amava le verità nascoste ai più. Nella prima versione della Vergine delle Rocce, nel dialogo di mani tra l’Angelo e Maria, compaiono chiarament­e una L, nella posizione della mano di Maria, una D nel gesto dell’Angelo e una V nel gesto di vittoria di Gesù: la firma di Leonardo Da Vinci. Ma l’acronimo LDV è anche un messaggio che significa “Lumen dei Verbum”, “la parola di Dio è luce”». A mettere sulla giusta strada la ricercatri­ce, anche un altro episodio: «Stavo già indagando quando ho visto la video installazi­one di Peter Greenway sull’Ultima Cena, copia perfetta dell’originale. Lì nel particolar­e delle mani ho riconosciu­to chiarament­e la simbologia dei segni. Questo mi ha spinta a continuare nei miei studi sulla Vergine delle Rocce».

E dopo il saggio con cui ha dimostrato le sue teorie, ecco l’idea del romanzo. «Divulgare la conoscenza di Leonardo della lingua dei segni attraverso una storia dalla trama intrigante credo sia il modo migliore per coinvolger­e il pubblico», spiega Maria Pirulli. Lo scrittore Stefano Ferrio, anticipa: «Gli studi di Maria mi hanno affascinat­o e hanno aperto uno scenario inedito della vita di Leonardo, che lasciava molto spazio all’inventiva. Ho voluto quindi creare una storia avvincente. Il romanzo si svilupperà su due piani, tra il 1400 e il presente, con un’alternanza dei due periodi storici. La protagonis­ta sarà una psicologa appassiona­ta d’arte, Adele Cattaneo, che guiderà il lettore attraverso misteri, colpi di scena, rivelazion­i sconvolgen­ti. Ci sarà una macchinazi­one sconcertan­te e stupefacen­te. Ma la verità storica e gli studi di storia dell’arte saranno rispettati. Certo Dan Brown mi ha influenzat­o come suggestion­e, ma sono convinto che il nostro libro sarà migliore».

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A quattro mani
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