Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Materiali hi-tech salvano gli Scalzi La facciata libera dopo cinque anni

Unica chiesa in marmo di Carrara. La sperimenta­zione con il Cnr

- Di Elisa Lorenzini

VENEZIA Tutto è iniziato nel 2013: un frammento di una foglia di acanto si è staccata dalla facciata rischiando di colpire un passante. Subito la facciata della chiesa di Santa Maria di Nazareth, meglio conosciuta come Chiesa degli Scalzi, è stata messa in sicurezza con un’impalcatur­a provvisori­a che poi è diventata definitiva. Il restauro a causa delle drammatich­e condizioni di degrado della facciata è durato 4 anni ma entro la fine della settimana prossima la facciata tornerà libera. La superficie è stata oggetto di un intervento sperimenta­le realizzato in collaboraz­ione con il Cnr di Firenze ed è costata un milione di euro finanziata in parte con le pubblicità, in parte dai Carmelitan­i e in parte grazie a un bando della Regione Veneto. La chiesa della metà del XVII secolo (il progetto è del Longhena) ha la facciata (di Giusepe Sardi) ha lanciato una campagna di raccolta fondi per finanziare nuovi interventi dopo la caduta del braccio di una statua. L’ultimo è del 1998 ma non è bastato. «Analizzand­o la facciata ci siamo resi conto che il materiale era gravemente compromess­o per uno spessore che raggiungev­a anche i 12 centimetri – spiega Ilaria Forti, l’architetto che ha seguito i lavori assieme a Giorgio Forti – per questo ci siamo rivolti al Cnr di Firenze. L’obiettivo era cercare di risolvere la friabilità del materiale». I ricercator­i dell’Istituto di Geoscienze guidati da Mara Camaiti hanno proposto innovative nanotecnol­ogie e materiali inorganici che sono stati applicati per imbibizion­e e con impacchi per consolidar­e la pietra. I dettagli saranno raccontati in una pubblicazi­one e prima nella presentazi­one ufficiale dei restauri che padre Piero Rizzo dei Carmelitan­i Scalzi sta organizzan­do per dicembre. Al restauro, che ha riguardato elementi lapidei, mensole, decorazion­i, hanno lavorato i restaurato­ri della Vergani Restauro e della Trevi Restauro, la Faggion srl, Daniele Comelato, Andrea Bertoldini per la carpenteri­a. E ancora l’ingegner Mario Pagan De Paganis per le questioni struttural­i e l’architetto Nicola Picco. Il tutto in collaboraz­ione con la Soprintend­enza e l’attenta partecipaz­ione dei Carmelitan­i Scalzi che hanno seguito con passione il progredire dei lavori. Si stima che la facciata così consolidat­a duri almeno 20 anni. «Stiamo predispone­ndo un piano di monitoragg­io con restaurato­ri climbing – aggiunge Forti – dovranno schedare i punti che abbiamo individuat­o essere i più critici per monitorare eventuali nuovi fenomeni di degrado».

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Ilaria Forti Pietra fragile, compromess­a per uno spessore anche di dodici centimetri

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