Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Zenga e le cinque mosse vincenti
Il tecnico ha rivitalizzato il Venezia con gioco, concretezza e punti pesantissimi
VENEZIA Cinque mosse per rivitalizzare il Venezia. Walter Zenga, con una vittoria e due pareggi in tre partite ad alto coefficiente di difficoltà (Verona, Palermo, Cremonese), ha rimesso in piedi una squadra che è tornata a correre. Un punto nel derby con l’Hellas, uno strappato al Barbera che potevano benissimo essere tre, vittoria a Cremona, con un blitz organizzato nei minimi dettagli
Zenga ha parlato singolarmente a ogni giocatore, ha fatto discorsi precisi e mirati. Ha capito su chi puntare e quali fossero le necessità della squadra. Ha preso appunti, ha studiato bene le caratteristiche, ma soprattutto ha agito sulla psicologia: «Con Zenga ho ritrovato la voglia di allenarmi». La frase è di Marcello Falzerano, ha fatto molto discutere ma spiega molte cose di come abbia agito il neo tecnico. Poi il cambio drastico dal 3-5-2 che utilizzava Inzaghi e che era stato mantenuto da Vecchi nelle prime settimane di stagione, al 4-3-3. Falzerano alzato sulla linea degli attaccanti, Schiavone e Bentivoglio contemporaneamente in campo. Poi l’ulteriore ritocco e il lancio di Segre, perfetto a Palermo anche al di là del gol ed eccellente a Cremona. Nonostante le difficoltà, poi, anche il capitano Maurizio Domizzi, a 38 anni di età, è riuscito a reggere il cambio di schieramento. E le sorprese non sono finite, perché anche St Clair prima o dopo tornerà utile, come dimostrato dal suo impiego negli ultimi minuti della partita
Decisivi, poi, i cambi. Anche quelli in corsa. Zenga, squalificato a Cremona, ha dichiarato di voler coinvolgere tutti i giocatori. Non è una frase di circostanza, ma è realmente così. Ha fatto delle scelte, certo, come le due tribune consecutive di Zigoni, sicuro partente a gennaio. Ma ha ruotato le forze, indovinato le sostituzioni sia a Palermo (con Segre al posto di Schiavone) e a Cremona (Citro nel finale al posto di Bentivoglio con il passaggio al 4-2-3-1). Insomma, la lettura delle partite è fondamentale, i cambi a partita in corso pure. Scelte forti quelle di Zenga, come il puntare su Litteri centravanti aiutandolo a recuperare la forma. O come ripescare Suciu dalla naftalina in attesa del ritorno di Pinato e, valorizzandone le caratteristiche, dare una mano al vertice basso del centrocampo a tre. Ci sarebbe pure Falzerano, che da mezzala è tornato al suo vecchio ruolo di esterno alto. I risultati sono migliorabili, la verve è completamente diversa. E per chiudere, il portiere: Vecchi aveva iniziato con Lezzerini anche per cause di forza maggiore, poi aveva cambiato puntando su Vicario.
Zenga ha seguito la traccia: Vicario, protagonista sia a Palermo che a Cremona, è indiscutibilmente il titolare. E da un ex grande portiere come Zenga, non ci si poteva aspettare di meglio.