Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Crac bancari A metà mese scattano i primi rimborsi
Manovra, Bitonci rivendica i rimborsi. E le associazioni restano caute
VENEZIA Scatteranno da metà novembre i primi rimborsi ai sociazionisti azzerati delle ex Popolari venete, che usufruiranno del fondo governativo.
VENEZIA Ex popolari, l’Arbitro Consob farà partire i primi rimborsi per 300 soci a metà mese. Mentre dal testo della Manovra di bilancio che il governo ha mandato in parlamento per l’approvazione emerge che i risparmiatori, accettando il risarcimento, cederanno allo Stato la possibilità di insinuarsi al passivo della liquidazione come creditori o a costituirsi parte civile nei processi per la cifra pari al rimborso. Si precisano i dettagli dello schema rimborsi per i risparmiatori azzerati con le azioni di Bpvi e Veneto Banca, impostati nella bozza della Manovra di bilancio dello Stato. Intervento che vale per una platea di 300 mila soci, comprendente oltre alle venete anche le altre quattro banche liquidate nel 2015.
Il primo atto sarà il prologo del rimborso ai soci che avevano già una pronuncia favorevole dell’Arbitro Consob. In tutto 300 posizioni, quasi tutti di soci ex venete, che hanno già chiesto il rimborso all’Acf. Le liquidazioni, secondo lo schema del 30% della cifra fissata dall’Acf con un tetto di centomila euro, inizieranno a metà mese: Consob ha già ricevuto i fondi dal ministero delle Finanze. Poi l’Acf concluderà entro il 30 novembre (ma la comunicazione della decisione potrà arrivare anche dopo) le ulteriori 500 pronunce sui lodi pendenti prima della liquidazione delle due banche. In tutto 550 i soci delle due venete interessati dalla prima fase.
Intanto la Manovra delinea quel che succederà dopo. Confermati gli 1,5 miliardi in tre anni per i rimborsi, la riapertura dei termini per presentare la richiesta all’Arbitro per valutare il danno subìto con la compravendita delle azioni: dovrà esser presentata entro il 30 giugno 2019. Il meccanismo di rimborso resta il 30% con un tetto di centomila euro; e ora all’Acf potranno essere presentate richieste di valore superiore ai 500 mila euro. L’anno prossimo a lavorare sulle richieste di riconoscimento danni saranno 10 commissioni istituite ad hoc, due delle quali dedicate alle domande dei risparmiatori con Isee sotto i 35 mila euro. All’operazione di rimborso potranno partecipare anche i soci che abbiano firmato le transazioni offerte dalle due banche nel 2017 per ottenere eventuali differenze. Pur se finiranno in coda nei rimborsi, a meno di non avere Isee sotto i 35 mila euro
Lo schema ricalca quanto anticipato nel tempo dal sottosegretario veneto all’Economia, Massimo Bitonci: «Abbiamo fatto molto più di quanto
promesso in un’iniziativa della Lega, costruita insieme a Consob, anche se ora tutti corrono ad intestarsela: vedo rappresentanti di Forza Italia presentarsi agli incontri con i soci nonostante non abbiano fatto nulla. Adesso vedremo se in fase di conversione si potrà allargare la platea dei toccati». Ad esempio sul fronte delle società, visto che lo schema riguarda fin qui solo persone fisiche o imprese individuali.
Le associazioni per altro continuano a mantenersi caute, in attesa di un incontro l’8 novembre. «Il giudizio è tutt’altro che negativo, ma le soluzioni nella bozza sono diverse rispetto a quanto ci era stato prospettato nei vari incontri sostiene Valter Rigobon di Adiconsum, a cui si sono presentati nel tempo duemila risparmiatori -. Quando ad esempio si era detto che il 30% era solo un acconto rispetto al dare poi a tutti nel tempo quanto riconosciuto». «Chiaro, il risultato è storico, con il principio che si rimborsano gli azionisti, raggiunto grazie a tutta la politica e a meccanismi di accesso semplificati aggiunge Patrizio Miatello -. Ma è negativo non lasciare aperta la strada per un rimborso totale, dopo la prima quota del 30%».