Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Scende in campo il governo «Regione, Comune e Porto il 12 novembre tavolo a Venezia»
VENEZIA Negli occhi le colonne devastate dall’acqua alta eccezionale e il bagliore aureo dei mosaici minacciati dal sale che, invisibile, risale lungo le murature. Le immagini della Basilica di San Marco allagata hanno fatto il giro del mondo e potrebbero imprimere la svolta decisiva per quel mostro contestato ma ormai necessario che è il Mose. Dal Mit, il ministero delle Infrastrutture e Trasporti fanno sapere che se non è questione di giorni «è questione di settimane», e ancora «il ministro Danilo Toninelli annuncerà a breve nuovi sviluppi». Toninelli che disse «Io non lo avrei fatto» pare essersi convinto che con un’opera ultimata al 94% il margine per tergiversare non c’è. «Il dossier sul Mose - conferma la deputata del M5s di San Donà di Piave Arianna Spessotto - è in cima alle priorità del ministro, ci sentiamo ogni settimana, una soluzione va trovata».
Una conferma arriva anche da Edmondo Rixi, sottosegretario al Mit che, annuncia, sarà a Venezia il prossimo dodici novembre per vedere il governatore Luca Zaia. I due puntano a trovare la quadra sul Mose ma non solo. «Sì, Rixi sarà qui e sul tavolo ci sono due questioni veneziane: il Mose ma anche le Grandi Navi». «A Venezia - spiega Rixi ho in programma un confronto con amministrazioni locali, Regione e Autorità portuale. Sul Mose non c’è altro da dire: l’opera va completata anche perché le manutenzioni sono già necessarie a prescindere. Manca la motorizzazione degli apparati di sollevamento. Serve un’ultima valutazione complessiva, non si può andare avanti in modo empirico. Dobbiamo rapidamente capire e poi stringere i tempi. Gli eventi degli ultimi giorni in Veneto fanno sì che si debbano prendere posizioni risolutive per una serie di problematiche. E come governo interverremo a stretto giro».
In pratica tutti d’accordo, dalla Lega agli alleati di governo più riottosi sulle grandi opere, il Movimento 5 Stelle. A rompere gli indugi, fra i primi, è stata la consigliera regionale clodiense Erika Baldin del M5s: «Abbiamo consegnato tutto il dossier a Toninelli per tempo - spiega Baldin - ora attendiamo le scelte del ministero. La nostra idea è che il Mode vada finito il prima possibile. Dopo aver speso cifre così elevate e il completamento sfiora il 95% significa che è arrivato il momento di chiudere la partita». La bellicosità pentastellata, però, trova spazio nella chiusa di Baldin: «I conti li faremo dopo, chi ha sbagliato deve pagare. Ma intanto dobbiamo metter alla prova il sistema di paratoie mobili. E presto, ciò cui abbiamo assistito in questi giorni è impressionante, dalla furia dei fiumi - anche oggi (ieri ndr) Adige e Brenta sono a livello - per non parlare del mare».
Eppure il meccanismo delle imprese si è inceppato, lo ammette il provveditore alle opere pubbliche Roberto Linetti che si augura di poter chiudere i cantieri per primavera. Come si sblocca l’impasse? Spessotto non vuole anticipare di più ma suggerisce: «Ne abbiamo parlato diverse volte col ministro e stiamo aspettando che il Mit faccia gli approfondimenti necessari per accelerare e per evitare che i ritardi si accumulino. I problemi nell’attuale gestione sono evidenti. Abbiamo proposto una soluzione operativa e contiamo di poterla presentare a stretto giro». La corsa contro il tempo per finire il Mose, quindi, continua. E stavolta si spera che un intervento di Roma sia risolutivo.